La Calabria è una delle regioni italiane più attrattive per il turismo green. Grazie al progetto Ciclopi, finanziato con fondi Pnrr, la Calabria sta investendo fortemente nel cicloturismo. Sono previsti oltre 800 chilometri di piste ciclabili che collegheranno le aree costiere con i borghi interni, attraversando parchi naturali, zone archeologiche e territori enogastronomici. Diversi progetti di piste ciclabili sono stati già realizzate. Tra le tratte principali, spicca la ciclovia dei parchi, tra l’Aspromonte, la Sila, il Pollino e le Serre, 545 km di autentica scoperta e nuove esperienze tra paesaggio ed ecosostenibilità. C’è poi la Ciclovia della Costa degli Dei, 36 chilometri da Pizzo a Tropea, attraversando le più belle spiagge della Calabria. Un percorso che offre viste panoramiche, paesaggi mozzafiato, spiagge dorate e viste sul mare. Di grande interesse la Ciclopedonale della Val di Neto inaugurata a marzo 2024, costeggia il fiume Neto incontrando aree naturalistiche di grande pregio: siti di interesse comunitario, zone speciali di conservazione e zone di protezione speciale. Attraversa il cuore di quello che fu il marchesato di Crotone, collegando tra loro i 6 Comuni interessati alla realizzazione.

Questi investimenti fanno della Calabria una delle regioni più promettenti per il turismo sostenibile. La sua posizione geografica, il clima mite, la varietà paesaggistica e la ricchezza culturale la rendono un territorio ideale per chi cerca esperienze autentiche e lontane dalle mete affollate. Inoltre, il cicloturismo ha un impatto ambientale ridotto e favorisce l’economia locale, portando visitatori in zone spesso escluse dai grandi circuiti turistici.

Nel 2023, l’Italia ha registrato 447 milioni di presenze turistiche, secondo i dati Istat. È il terzo Paese in Europa per pernottamenti, dopo Spagna e Francia, e il quarto per numero di arrivi. Il turismo rappresenta una risorsa fondamentale: nel 2024 ha contribuito al 18% del PIL nazionale, secondo uno studio dell’Università di Tor Vergata. Tuttavia, non mancano le sfide: la più urgente è quella dell’overtourism, ovvero l’eccessiva concentrazione di visitatori in poche aree del Paese.

Un caso emblematico è Venezia: pur occupando solo lo 0,1% del territorio nazionale, attrae il 12% dei turisti, con conseguenze su ambiente, patrimonio culturale e qualità della vita. Per questo cresce l’attenzione verso territori meno conosciuti, ma ricchi di storia, natura e cultura. È in questa direzione che si inserisce la promozione di un turismo più sostenibile e diffuso, capace di valorizzare nuove destinazioni e favorire un equilibrio tra visitatori e residenti.

La spinta verso il turismo sostenibile passa anche dalla digitalizzazione. Il piano “Digital and Sustainable Tourism Hub”, finanziato dal Pnrr con 114 miliardi di euro entro il 2026, punta a sviluppare piattaforme digitali per gestire meglio i flussi turistici e offrire esperienze su misura. L’obiettivo è rendere le destinazioni più accessibili e piacevoli, sia per chi le visita sia per chi ci vive tutto l’anno.

Un altro pilastro è il turismo esperienziale e destagionalizzato. L’Italia vanta 892 prodotti Dop e Igp, ed è leader mondiale per la qualità dell’enogastronomia. Secondo una ricerca dell’Osservatorio Do Eat Better Experience, il 70% dei turisti – italiani e stranieri – desidera conoscere la cultura locale attraverso la cucina. Food tour, mercati contadini, laboratori artigianali e degustazioni diventano così occasioni per vivere il territorio in maniera autentica, anche nei mesi meno affollati.
 

Infine, la mobilità sostenibile è un elemento cruciale per il futuro del turismo. Investire in trasporti pubblici elettrici, reti ferroviarie moderne e percorsi ciclabili permette di ridurre l’impatto ambientale e migliorare la qualità dell’offerta turistica. In questo quadro, la Calabria – con il progetto Ciclopi e altri interventi previsti dal Piano Regionale per la Mobilità Sostenibile – si propone come modello di sviluppo turistico rispettoso dell’ambiente e delle comunità.

Il turismo del futuro sarà sempre più verde, digitale e umano. E l’Italia, con le sue mille identità territoriali, ha tutto per guidare questa trasformazione.