Morano Calabro, al via la tre giorni del secondo forum sulla sostenibilità

Tre giornate di dibattito e confronto tra politica ed esperti per pensare a modelli di economia circolare che siano compatibili con l’ambiente

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di Vincenzo Alvaro
11 settembre 2020
16:18
Il tavolo inaugurale del Forum della sostenibilità
Il tavolo inaugurale del Forum della sostenibilità

Un'occasione di incontro e confronto sullo stato dell’arte relativo all’avvio dei modelli di economia circolare capaci di avviare processi economici per lo sviluppo sostenibile. È la sintesi della tre giorni, partita oggi a Morano Calabro, che prende il nome di Forum della sostenibilità ideato dal Laboratorio di Urbanistica ed Architettura, diretto da Rosanna Anele, che vede il patrocinio della Regione Calabria, il Parco nazionale del Pollino, il Comune di Morano Calabro e gli ordini professionali degli ingegneri, degli architetti, dei geologi e degli agronomi.

 


Una riflessione a «più linguaggi», come la definisce Rosanna Anele, che serve per «porre l’accento ed aprire un focus sui problemi e le questioni utili ad avviare un percorso verso un’economia circolare» che coinvolge proprio i professionisti di vari settori professionali che sono quelle «figure importanti per implementare le azioni che portano ad avviare una strategia» in questa direzione insieme alle figure istituzionali che poi «devono legiferare in merito alle questioni che riguardano le azioni per rendere fattibile e concreto» il risultato da raggiungere.

 

Una tre giorni dedicata alla sostenibilità dello sviluppo locale facendo riferimento alle risorse che al territorio appartengono, agli strumenti e alle opportunità finalizzate ad avviare il modello di economia circolare. Strutturato in cinque sessioni, la seconda edizione di questo appuntamento, in continuità con il primo Forum, si sofferma sui temi e le politiche collegate al fine di raggiungere gli obiettivi fissati dell’Agenda 2030. In particolare, il focus è calibrato sui temi del Green New Deal, dell'Innovazione e della Sostenibilità e articolato in sessioni tematiche.

 

«Finalmente – ha aggiunto Anele - si sono poste basi per un percorso reale all’interno delle aree protette, con le zone ambientali ed economiche istituite con il decreto clima, che prevedono incentivi, fiscalità di vantaggio per imprese che operano nel biologico e nelle produzioni ecocompatibili». All’apertura dei lavori per il parco del Pollino era presente Bruno Niola, responsabile della comunicazione dell’ente, che ha rimarcato la grande importanza di confronto su questi temi in un’area protetta per pensare ad uno sviluppo che si innesti nel quadro della realtà del Pollino. Valenza dell’evento che è stata ripresa da Mario Donadio consigliere delegato di Morano Calabro per la promozione del borgo, il quale all’assemblea dei tecnici presenti alla prima giornata del forum ha ricordato che «parlare di sostenibilità e di innovazione oggi dopo la pandemia che abbiamo affrontato assume un rilievo ancora più importante perché ci siamo resi conto di come la nostra vita è stata stravolta da qualcosa che non ci aspettavamo e investire sull'innovazione, sull'ecosistema e sull'economia circolare deve essere qualcosa che può tornare utile in qualsiasi momento. I nostri territori hanno bisogno di queste occasioni di confronto».

 

Proprio sul tema della green economy si è soffermato Walter Nocito, docente di diritto pubblico Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Unical, il quale ha sottolineato come le prospettive su questo settore sono in crescendo. «Il progetto di creare canali, settori, attività e imprese di green economy è avviato ma l'impulso lo deve avere ancora maggiormente con le misure post covid». Per capire con la logica dei numeri le potenzialità di questo sviluppo verde si ipotizza che dei 209 miliardi da spendere per lo Stato italiano il 35% «sarà tutto nel settore green». Questo apre prospettive «molto interessanti» - ha ribadito Nocito – soprattutto se «si metterà in pratica la tecniche di economia circolare nei settori agricoli, industriali e nei servizi» e per questo «gli ordini professionali devono lavorare con le imprese per realizzare tutto ciò». Un approfondimento è stato affidato alla parte che riguarda il decreto Clima nell’agenda 2020 – 2030 che ha come obbiettivo quello di ridurre del 40% le emissioni di gas serra. Il green New Deal rappresenta «un patto verde – ha spiegato greta Massa Gallerano, docente di sistemi regionali e federati comparati del dipartimento di scienze politiche e sociali dell’unical - al quale gli stati membri hanno aderito». In questa partita internazionale i cittadini, le scuole, le associaizoni, le comunità in genere giocano «un ruolo rilevante» verso l’obbiettivo che la Ue si è data di voler essere «il primo continente ad impatto zero entro il 2050».

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