Gli effetti della guerra

Nel Cosentino bloccata la raccolta dell’indifferenziata dopo lo stop all’invio dei rifiuti all’estero

La sospensione dei trasferimenti mette in crisi la filiera dello smaltimento. La riapertura della discarica di Scala Coeli dovrebbe risolvere momentaneamente il problema mentre si riaccende la polemica sulla mancata realizzazione di un ecodistretto 

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di Salvatore Bruno
15 marzo 2022
16:15

Si profila l'ennesimo corto circuito nella filiera della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nel cosentino, questa volta determinato dall'accumulo della frazione indifferenziata e degli scarti di lavorazione del materiale riciclabile, destinati alle discariche.

Rifiuti, direzione estero

L'impianto di Cassano riceve solo 150 tonnellate al giorno ed è in esaurimento mentre quello di San Giovanni in Fiore è chiuso, per cui buona parte della spazzatura deve transitare verso la penisola scandinava, con trasferimento dal porto di Gioia Tauro. Il conflitto russo-ucraino però, ha determinato il blocco delle partenze dei container.


«Tenete la spazzatura in casa»

A cascata, i residui si sono accumulati nei siti di stoccaggio giunti al limite della capienza. Per questo i sindaci del cosentino sono stati costretti a chiedere ai cittadini di non esporre i mastelli dell'indifferenziata se non in casi strettamente necessari, al fine di tutelare il decoro e l'igiene pubblica. Nei prossimi giorni, con la preannunciata apertura della discarica di Scala Coeli, le criticità dovrebbero essere momentaneamente superate. 

L'ecodistretto dove lo metto?

La nuova emergenza riaccende i fari sull'inerzia della politica, incapace di spendere le risorse per dotare il territorio delle infrastrutture necessarie a rendere la provincia bruzia autosufficiente. Dei circa 100 milioni di euro disponibili per l'ammodernamento del sito di Bucita, a Corigliano-Rossano, e per la costruzione di un nuovo ecodistretto al servizio della Calabria settentrionale, non è stato investito ancora neppure un centesimo. Per il nuovo ecodistretto addirittura non è stato neppure individuato il luogo in cui allocare l'impianto, dopo i fallimenti delle proposte di Roggiano Gravina, Morano Calabro, Villapiana e l'indifferenza mostrata verso quella di Mendicino, già votata dal consiglio comunale.

L'autosufficienza consentirebbe un risparmio sulle tariffe, una più efficace azione di tutela dell'ambiente e la produzione di energia per alleggerire le nostre bollette. Un circuito virtuoso del quale purtroppo all'orizzonte, non si intravede neppure l'ombra.

Giornalista
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