Il caso

Reggio, abbandonata al degrado da più di dieci anni: ecco cosa rimane di quella che un tempo era una scuola

VIDEO | L'area, occupata dalla secondaria di primo grado Alcide De Gasperi e dall'asilo Padre Gaetano Catanoso, non è stata mai riqualificata: oggi si vedono scheletri di cemento in mezzo a sterpaglie e rifiuti

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di Anna Foti
13 gennaio 2022
02:15

«Una scuola molto frequentata, con un asilo, nella quale si tenevano anche i corsi di lingua straniera e computer. Era davvero molto attiva. Poi improvvisamente, intorno al 2008, è stata chiusa e da allora abbandonata». Questo è il ricordo di Maria Gatto, storica esercente commerciale di via Sant’Anna II tronco a Reggio Calabria, che di fronte alla sua attività ha visto la scuola secondaria di primo grado Alcide De Gasperi, succursale ex scuola media statale Giuseppe Mazzini, e la scuola dell’Infanzia Padre Gaetano Catanoso, diventare in oltre dieci anni di incuria strutture fantasma. Uno scempio strutturale a ambientale che degrada la zona residenziale nei pressi della sede della Procura Repubblica di Reggio Calabria e del costruendo palazzo di Giustizia.

Da scuole e scheletri di cemento

Un destino purtroppo comune anche ad altre scuole della città dello Stretto e che, specie in tempo di pandemia, in cui spazi adeguati e ampi plessi sarebbero stati vitali e preziosi, impone una riflessione sulle ragioni che possano giustificare un recupero mancato, e reiterato fino a questo punto, di strutture così grandi.


Privata di riutilizzo, questa sita in via Sant'Anna II tronco ad oggi è quasi completamente nascosta dalla vegetazione cresciuta intorno. Il vulnus di un bene comune disperso fa il paio con il degrado ambientale generato da una struttura rimasta a lungo chiusa e inutilizzata. Uno stato di abbandono che, nell’inerzia degli organi competenti e nell’indifferenza generale, condizioni favorevole affinché il degrado proliferi, tramutano ciò che un tempo era vissuto in scheletri di cemento e ricettacolo di sterpaglie e rifiuti. Il tutto immerso in un silenzio e in un immobilismo che stridono con il ricordo di un tempo.

Dopo la chiusura, solo abbandono

«C’era un grande movimento. Ricordo le voci delle scolaresche all’ingresso e all’uscita dalla scuola. Le mamme che accompagnavano e che poi venivano a prendere. Avevano anche realizzato l’ingresso per disabili ma poi la scuola venne chiusa. Da allora solo abbandono», ha sottolineato ancora l’esercente della zona, Maria Gatto.

La cittadinanza residente nella zona ricorda anche i rami degli alberi che, rimasti senza manutenzione, raggiungevano i balconi dei piani alti delle case di fronte. Chi attraversa questa strada piuttosto frequentata, ma soprattutto chi abita e chi qui lavora, ogni giorno si trova di fronte da oltre dieci anni questo degrado inesorabilmente crescente.

«C’erano dei rami talmente lunghi da costituire un pericolo. Il Comune ha risolto questo problema ma il resto è rimasto in stato di abbandono. La situazione dei rifiuti adesso è in miglioramento ma resta tutta bruttura di edifici così a lungo abbandonati», ha concluso l’esercente Maria Gatto.

 

 

Giornalista
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