Rende, distrutto l'ecosistema sulle rive del torrente Surdo: scatta il sequestro

FOTO | Sradicata la vegetazione ripariale e modificato il deflusso delle acque. In corso ulteriori accertamenti sulla regolarità degli atti amministrativi disposti dal comune per effettuare la pulizia dell'area  

di Salvatore Bruno
11 dicembre 2018
08:29
Sequestro del torrente
Sequestro del torrente

Nei giorni scorsi l’ufficio tecnico del comune di Rende aveva disposto, attraverso l’affidamento dell’incarico ad una ditta privata, una pulizia dell’alveo del torrente Surdo. Diverse associazioni, Lipu Sezione di Rende, I Giardini di Eva, Mediterranean Media, Madre Terra, Fiab Cosenza Ciclabile, Comitato Alberi Verdi, Casa delle Erbe, Comitato No discariche, ed alcuni consiglieri comunali di opposizione avevano espresso perplessità sulle modalità con cui era stato effettuato il lavoro, con l’abbattimento indiscriminato della vegetazione lungo le rive del corso d’acqua. Sul posto, per una verifica, si sono recati nella giornata di ieri, lunedì 10 dicembre, i carabinieri forestali della stazione di Cosenza e di Aprigliano, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica. Ed hanno proceduto al sequestro di un tratto del fiume di circa un chilometro e seicento metri, nelle località Linze e Saporito.

Vegetazione estirpata senza alcun criterio

Secondo i militari, nel procedere alla sistemazione dell’alveo con l’utilizzo di pale meccaniche e ruspe, è stata estirpata tutta la vegetazione ripariale presente, elemento importante dell’ecosistema fluviale. Gli scavi effettuati hanno inoltre modificato il naturale corso di deflusso delle acque con la conseguente modifica permanente dello stato originario dei luoghi. Infine gli interventi sono stati effettuati in assenza di nulla osta paesaggistico ambientale su di un tratto di fiume classificato, nel vigente Piano di assetto idrogeologico della Regione Calabria, a rischio inondazione con il massimo grado, R4.


Lavori privi di autorizzazione

L’area interessata dai lavori, era composta da una rigogliosa vegetazione ripariale ed arbustiva, ora completamente sradicata, formata da salici, canneti di yucca, ed altre essenze tipiche di questo ecosistema dove trovavano riparo numerose specie di avifauna acquatica quali garzette, aironi e anatidi. Il reato ipotizzato è trasformazione permanente dello stato dei luoghi in assenza di autorizzazione paesaggistico-ambientale e distruzione e deturpamento di bellezze naturali sottoposte a speciale protezione. Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti riguardanti possibili irregolarità negli atti amministrativi del comune di Rende.

 

Giornalista
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