Nata a Guardavalle Marina, ha deciso di valorizzare le tradizioni sartoriali e le nuove tendenze green. I capi sono realizzati con materiali riutilizzati e tinture ottenute da scarti agricoli
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C’è anche la Calabria al centro della scena del Rome Fashion Show #HauteCouture, in programma a Roma il 19 e 20 luglio, al prestigioso Salone delle Colonne dell’Eur, grazie alla partecipazione di Malìa Lab, atelier sostenibile di abbigliamento made to order.
Una giovane realtà imprenditoriale nata a Guardavalle Marina e guidata dalla stilista calabrese Flavia Amato, già finalista nazionale del premio Oscar Green di Coldiretti Giovani Impresa e attiva nel Coordinamento regionale Donne Coldiretti Calabria. Questo modello crea valore locale, favorisce l’occupazione nelle aree rurali e contribuisce a mantenere vive tradizioni manifatturiere che rischiano di scomparire. Una nuova visione di bellezza, che parla calabrese, coltiva valori, ottiene riconoscimenti e indossa il rispetto per la terra.
Il Rome Fashion Show #HauteCouture, uno degli appuntamenti con la moda più seguiti dell’estate romana, porterà in scena abiti eco-friendly, realizzati con tessuti naturali e materiali riciclati, grazie alla collaborazione di Donne Coldiretti, Campagna Amica e Terranostra. La passione per la moda si unisce così alla tutela del pianeta, con sfilate che celebrano tradizione, rispetto per l’ambiente e innovazione, con l’obiettivo di dimostrare che il futuro della moda può essere etico, naturale e rispettoso del nostro pianeta.
Un palcoscenico di eccellenza per la moda eco-sostenibile, ideato dal direttore artistico Steven G. Torrisi, che si propone di riportare la moda in uno dei contesti più prestigiosi al mondo, valorizzando le tradizioni sartoriali e le nuove tendenze green. Durante la settimana della haute couture, le passerelle saranno animate da capi realizzati con tessuti naturali, materiali riciclati e tinture ottenute da scarti agricoli, come foglie di carciofo, bucce di cipolla, melograno e residui di potatura di olivo e ciliegio.
L’obiettivo è creare una filiera tessile 100% ecosostenibile, che unisca agricoltura e moda in un ciclo virtuoso di rispetto ambientale e valorizzazione territoriale. La stilista calabrese Flavia Amato porterà in passerella capi sartoriali made to order, realizzati con fibre naturali, biologiche e a basso impatto ambientale, quali lana, ginestra, canapa, ortica, scarti di abete, recuperando la cultura tessile della tradizione calabrese. Ogni abito è creato solo dopo l’acquisto, per ridurre gli sprechi e valorizzare l’unicità del prodotto, abbracciando i principi dello slow fashion.
Le protagoniste della sostenibilità saranno Dominga Cotarella presidente di Campagna Amica e Terranostra e Mariafrancesca Serra per le Donne Coldiretti. Afferma in merito Serra, leader delle Donne Coldiretti, che «il concetto di sostenibilità ha assunto un ruolo centrale in molti settori produttivi, e l’agricoltura non fa eccezione”. Un trend in forte crescita è la produzione di tessuti naturali derivati da coltivazioni agricole, un esempio concreto di economia circolare che unisce moda, ambiente e territorio.
Molte aziende agricole a conduzione femminile – commenta Donne Impresa Calabria - stanno riscoprendo la coltivazione di fibre come canapa, lino, cotone biologico, ma anche di materiali più innovativi come la fibra di ortica, spesso in territori marginali o poco redditizi per altre colture. Grazie a collaborazioni con realtà del mondo della moda, del design e dell’artigianato, queste imprese virtuose si stanno trasformando in poli di innovazione sostenibile che, attraverso le filiere corte, permettono di coltivare, filare, tessere e confezionare i capi in un raggio territoriale ristretto, riducendo le emissioni da trasporto e garantendo tracciabilità e qualità.