Trivellazioni nello Jonio, Arturo Bova si appella al governo

Il consigliere regionale del gruppo Democratici e progressisti esulta per il via libera della Cassazione ai referendum, e chiede al governo di accogliere le istanze delle dieci regioni che si oppongono alle trivellazioni
di Redazione
1 dicembre 2015
12:00

'Calabria in prima fila contro il provvedimento del governo'. Ha dichiararlo è il consigliere regionale, e presidente della Commissione antidrangheta, Arturo Bova, che fa parte del gruppo più 'renziano' del Consiglio, i Democratici e progressisti guidati da Giudiceandrea.

"Apprendiamo con grande soddisfazione il via libera della Cassazione ai referendum che chiedono l'abrogazione delle norme contenute nella legge Sblocca Italia - si legge nella nota di Bova - il provvedimento del governo rischia di aprire varchi pericolosi per lo sfruttamento delle risorse e dei giacimenti naturali con potenziali gravi ripercussioni sui già fragili equilibri ambientali dei territori interessati".

Bova era stato delegato dal Consiglio regionale a seguire la vicenda, "in sinergia con la Giunta e con l'assessore al ramo Antonella Rizzo", che ha portato alla firma del così detto 'Manifesto di Termoli', sottoscritto dalle Regioni interessate dalle trivellazioni nello Jonio.

"Confidiamo che il governo saprà adottare i giusti provvedimenti - conclude Bova - la disciplina di questa delicata materia venga effettuata tenendo conto della coerenza dei progetti di sviluppo con le caratteristiche dei territori". Una terra come la Calabria, che deve puntare sull'attrazione turistica e lo sviluppo rurale, deve difendere l'equilibrio del sistema ambientale, certamente messo in pericolo dalla ricerca di idrocarburi nel mar Jonio. 

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