Bacchettate Ue

Le Province “né carne né pesce” della riforma Delrio non piacciono neanche all’Europa: pochi soldi e scarsa rappresentanza

VIDEO | Il quarto Rapporto di monitoraggio sull’applicazione in Italia della Carta europea dell’autonomia locale ha messo in evidenza tutti i limiti della disciplina che riguarda anche le Città metropolitane. Da qui una serie di raccomandazioni: ecco quali

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di Claudio Labate
26 aprile 2024
13:45

A dieci anni dalla entrata in vigore della Legge Delrio che ha introdotto l’istituzione e la disciplina della Città Metropolitane e la ridefinizione del sistema delle Province, insieme a una nuova disciplina in materia di unioni e fusioni di Comuni, una spinta al ritorno al vecchio sistema elettivo per presidenti e consiglieri degli enti intermedi arriva direttamente da Strasburgo, dove il Comitato per il rispetto degli obblighi e degli impegni degli Stati membri, licenziando il quarto Rapporto di monitoraggio sull’applicazione in Italia della Carta europea dell’autonomia locale, ha inteso fornire delle raccomandazioni ben precise e mirate proprio rispetto al sistema italiano degli enti locali.

Sotto la lente di ingrandimento del Comitato rimangono infatti «il limitato raggio d'azione delle Città metropolitane e delle Province, la mancanza di risorse adeguate e commisurate per le Province, e la mancanza di possibilità per i consigli provinciali e metropolitani di formulare un voto di dimissione o di sfiducia nei confronti dei loro dirigenti». Inoltre, è stata rilevata l'assenza di un sistema di remunerazione equa e adeguata per i rappresentanti delle province e delle città metropolitane, la persistente carenza di personale negli enti locali e regionali e le minacce e le violenze esistenti contro i funzionari eletti.


Da qui una serie di raccomandazioni affinché il nostro paese riconsideri la forza giuridica della Carta per garantire che gli enti locali possano beneficiare della sua tutela. Le autorità nazionali sono quindi invitate ad ampliare il raggio d'azione delle Città metropolitane e delle Province, in seguito alla reintroduzione degli organi eletti direttamente; a garantire una remunerazione giusta e adeguata ai funzionari eletti delle province e delle città metropolitane e di introdurre un meccanismo che rafforzi l'azione legale ed estenda i termini di prescrizione per fornire una migliore protezione penale ai rappresentanti eletti soggetti ad attacchi e aggressioni. Infine, si raccomanda l’attuazione di misure aggiuntive per rafforzare la capacità dei governi locali e regionali di assumere personale altamente qualificato. Una necessità, quest’ultima, evidenziata dall’attuazione del Pnrr che ha confermato tutte le difficoltà degli enti locali nella programmazione ed esecuzione dei progetti.

Le raccomandazioni europee forniscono quindi un ulteriore ambito d’intervento alla riforma per il momento parcheggiata in Commissione Affari costituzionali del Senato, dove ci rimarrà sicuramente fino a dopo le elezioni europee. In Calabria l’esigenza di un riordino del sistema delle Province è avvertito un po' dappertutto con la sola eccezione della Città Metropolitana di Reggio Calabria impegnata ormai da anni in un braccio di ferro con la Regione per il trasferimento pieno delle funzioni, che di fatto ha svuotato di significato la legge Delrio.

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