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lunedì 2 gennaio 2023 | 06:35
L'editoriale

L’editoriale - Sognare la Calabria che non t’aspetti: la sfida di LaC per il 2023 al fianco dei calabresi che vogliono il cambiamento - Notizie

Rafforzare il legame con le istituzioni e le varie articolazioni dello Stato che ha saputo riconoscere nei giornalisti, nei tecnici e nei dipendenti di questo Gruppo leali e validi alleati. Questa la rotta che il nostro Network intende seguire nell'anno appena iniziato (ASCOLTA L'AUDIO)

di Pier Paolo Cambareri

“Dialogare, comunicare, agire insieme”. Uno dei passaggi chiave dell’articolato messaggio di fine anno dell’editore Domenico Maduli rappresenta, da sé, un manifesto: dialogare per conoscersi; comunicare per capirsi; agire insieme per cambiare.

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I mali della nostra terra sono noti. E il nostro Network li racconta – deve farlo – ogni giorno. Ma in apertura del 2023, l’anno che vorremmo fosse quello della svolta attesa da tanti lustri, vogliamo sognare a occhi aperti e spenderci per alimentare la forza pulsante d’una Calabria che non t’aspetti. La ‘ndrangheta arcaica verrà sconfitta con la cultura, quella moderna dei colletti bianchi con lo sviluppo e l’affrancamento dal bisogno; la corruzione con il benessere sociale. E allora, è piuttosto semplice capire di cosa abbia davvero bisogno la Calabria: di cultura, sviluppo, benessere sociale.

La nostra terra è ricca di uomini e donne che sono scrigno di cultura, hanno idee concrete per innescare processi di sviluppo, sanno produrre ricchezza che si traduce in benessere sociale. Ed è per questo che, dopo averli scovati, ciclicamente raccontiamo le loro storie per stimolare reazioni a catena. Lo scopo di questa scelta strategico-editoriale è duplice: consentire che si inneschino meccanismi virtuosi e stimolare, indirettamente, la politica. Le scelte che determinano il bene (o il male) della Calabria sono sempre riconducibili alla politica che si fa istituzione e che, quindi, decide.

Tutte giuste le decisioni adottate sin qui dal nuovo governo regionale? Lo dirà il tempo. Ma a giudicare dalle reazioni forti degli specialisti di settore registrate attorno ai grandi temi qualche perplessità, per ora, rimane. Procedendo in estrema sintesi per macro aree: sono arrivati i medici cubani, viva i medici cubani. Ma questo è solo il primo contingente o la partita si chiude qui? Non è ancora molto chiaro. Risorse idriche e rifiuti: i sindaci ascoltano le proposte dei tecnici ma storcono il naso chiedendo lumi su costi e servizi. Partita chiusa? No, sembra solo l’inizio. Infrastrutture e trasporti: “106” finanziata con 3 miliardi spalmati su 15 anni (per ultimarla servirebbe più del doppio della cifra prevista) e attenzione mediatica dirottata sul Ponte delle meraviglie, che aiuterà tanti a fantasticare per chissà quanto altro tempo ancora. E poi le incognite del rigassificatore a Gioia Tauro, del raddoppio (fallito) del termovalorizzatore, della promozione turistica della regione, delle politiche di supporto al lavoro, del sostegno alle grandi, medie e piccole imprese.

Roberto Occhiuto, in sé, è uomo di grandissima esperienza politica. Ma, nei fatti, è alla sua prima vera sfida amministrativa: stavolta è lui l’uomo solo al comando. Ha intrecciato negli anni relazioni politiche primarie, che adesso è il momento di mettere a frutto; ma comunicare semplicemente le proprie idee rivoluzionare e innovative non basterà a tradurre il pensiero in azione. Anche all’Occhiuto presidente di Regione, non al politico, servono alleanze di sistema. E quale sistema? Il sistema di interconnessione tra le Università e la ricerca (fucina di giovani intelletti fuggiti e non ancora rientrati), imprese, sindacati, terzo settore e forze sociali in genere, mondi che possono essere collegati tra loro soltanto se, così come sollecitava il nostro editore Domenico Maduli, verranno lanciati segnali forti a coloro i quali (e sono tanti) «vogliono costruire un futuro diverso e sentirsi coinvolti nei processi di cambiamento». 

La rotta che il nostro Network – che potrebbe bastare (e badare) a se stesso – intende seguire nel 2023 sarà proprio questa: rafforzare il legame con le istituzioni e le varie articolazioni dello Stato che ha saputo riconoscere nei giornalisti, nei tecnici e nei dipendenti di questo Gruppo leali e validi alleati. La nostra partita sarà dunque questa, perché a dettarci l’agenda resteranno i milioni di utenti calabresi (disseminati per la regione e il mondo) che mese dopo mese scelgono la nostra informazione per conoscere e proporre, confermandoci una fiducia che non tradiremo mai. A loro continueremo a rendere conto del nostro operato nella consapevolezza che per scardinare gli steccati sociali e azzerare definitivamente le distanze tra primi e ultimi sarà necessario porsi in cerchio e prendersi per mano.