Scrigni di biodiversita’

Scoperta nei boschi di Calabria e Basilicata una nuova specie di falena, i ricercatori: «È a rischio»

L’esemplare vive in foreste umide. Tuttavia si teme che i cambiamenti climatici possano incidere negativamente sull'habitat e quindi sulla sua esistenza

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di Redazione
6 maggio 2022
13:11
La nuova falena, immagine da Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura
La nuova falena, immagine da Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura

Scoperta nel sud Italia una nuova specie di falena, un lepidottero appartenente alla famiglia Noctuidae, ma la sua esistenza è già a rischio. A individuarla nei boschi di Calabria e Basilicata è stato Stefano Scalercio, ricercatore del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea), insieme a Axel Hausmann dello Zoologische Staatssamlung di Monaco di Baviera il cui lavoro è stato pubblicato su Zootaxa.

La nuova specie di falena

«Si tratta di una falena, cioè un lepidottero dall'attività notturna. Questa specie è stata appena scoperta, ma le sue popolazioni potrebbero essere già minacciate», ha detto Scalercio. «Gli scenari climatici disponibili, infatti - ha proseguito - prevedono un'accentuata riduzione delle precipitazioni in ambiente mediterraneo, che può incidere negativamente sulle foreste umide, il suo habitat». Dedicata a uno dei massimi esperti italiani del settore, Paolo Parenzan, la nuova falena Phragmatiphila parenzani si distingue da altre due specie 'sorelle' che si trovano in Italia per il disegno sulle ali, la morfologia degli apparati genitali a una differente sequenza del Dna mitocondriale. Diversamente Phragmatiphila nexa presente a nord del Po, la nuova specie frequenta esclusivamente foreste umide di diversa tipologia e a diversa quota come quelli di castagni, abeti e ontani.


Gli effetti del cambiamento climatico

Una scoperta che conferma la grande biodiversità esistente in Italia. «Aumentare la conoscenza sulla biodiversità ospitata dagli ecosistemi forestali del meridione d'Italia - ha detto Piermaria Corona, direttore del Crea foreste e legno - ci permetterà di ottimizzarne la gestione, contemperando le esigenze delle aziende boschive con quelle di conservazione, anche nella prospettiva di mitigare gli effetti del cambiamento climatico».

 

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