Giustizia, le proposte delle Camere penali italiane riunite a Reggio Calabria: dalla separazione delle carriere alla questione carceri
Tre giorni con oltre 700 presenze per confrontarsi sul futuro del Paese e tracciare le linee guida di quelli che saranno cambiamenti importanti
Da tutta Italia al Teatro Cilea per guardare al futuro e tracciare le linee guida di quelli che saranno cambiamenti importanti. Separazione delle carriere, riforma della giustizia, condizione delle carceri. Su questi e tanti altri temi caldi di stretta attualità per i protagonisti del settore giustizia si sono confrontati al congresso straordinario dell’Unione delle Camere penali gli oltre 700 partecipanti che hanno raggiunto Reggio Calabria.
Gianluca Totani, componente della giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane ha chiarito ai nostri microfoni come la tre giorni sia stata importante non solo perché l'Italia ha i fari puntati su Reggio Calabria, ma perché i temi affrontati riguardano delle riforme e dei cambiamenti importanti. «È stato un momento veramente importante. Siamo grati, innanzitutto, dell'ospitalità che ci ha offerto la città di Reggio Calabria. Siamo contenti dell'affluenza: ci sono stati molti partecipanti a questo congresso, ed era il primo momento per noi di sintesi e di presentazione dell'attività politica che abbiamo svolto nel corso di questo anno. È stato anche il momento per tracciare sia un bilancio delle direttive immediate e a lungo termine. Il nostro obiettivo principale, la separazione delle carriere, sembra procedere, ma dobbiamo continuare a monitorare la situazione con estrema attenzione. E poi ci sono tutti gli altri problemi che si presentano quotidianamente, a partire dal decreto sicurezza e dalla questione delle carceri, che devono essere seguiti con estrema attenzione perché sono problematiche rilevanti. È inoltre fondamentale ritrovare lo spirito del codice accusatorio che, nel corso di questi trent'anni, si è perso completamente. Per questo, abbiamo lanciato l'idea di tracciare le direttrici per la scrittura di un nuovo codice di procedura penale».
Corrado Politi, del direttivo della Camera Penale Calabria e componente dell'Osservatorio Nazionale Corte di Cassazione ha ribadito come quello della separazione delle carriere «è un tema vecchio, ma sempre attuale. Nel mio intervento sono stato molto chiaro: al netto delle ipocrisie, ritengo opportuna questa riforma per garantire un diritto sacrosanto, ovvero il principio di terzietà del giudice. Questo principio è l’espressione di uno Stato democratico e di una giustizia giusta, ed è essenziale affinché i nostri clienti percepiscano che il giudice è davvero imparziale. Questa percezione è fondamentale per poter continuare le riforme e per esercitare la nostra professione in maniera degna e conforme a ciò che è richiesto dal giusto processo, come sancito dall'articolo 111 della Costituzione».
E l’avvocato Emanuele Genovese, componente del direttivo della Camera Penale di Reggio Calabria e del consiglio dell'ordine ha fatto emergere come durante il congresso, non solo si sia solo discusso, ma sono anche state avanzate proposte. «Le tematiche affrontate riguardano la politica forense e l'incisività che l'avvocatura può avere nel dibattito politico, anche attraverso proposte di legge. Infatti, in questo momento, si stanno votando delle mozioni da proporre alle istituzioni. Abbiamo avuto interventi importanti, sia venerdì sera che sabato, compreso un collegamento con il viceministro. Le iniziative che proponiamo mirano a dare linfa vitale alle nuove regole del processo penale».
«In particolare, oltre alla separazione delle carriere, un problema attuale è emerso con la riforma Cartabia, ossia la “dematerializzazione” dell'avvocato nel processo. Riteniamo che la funzione dell'avvocato non possa ridursi a questo, ma che si realizzi anche attraverso l'uso della toga, un simbolo di un sacerdozio laico che tutela la legalità. Vogliamo trasmettere questo messaggio all'utenza, anche a chi è lontano dalle problematiche dell'avvocatura, finché non si trova coinvolto in una disavventura giudiziaria».
«Devo dire che la città di Reggio Calabria ha risposto molto bene, e ringrazio tutta l'amministrazione comunale e provinciale che ha collaborato. Questo progetto, nato quasi per gioco, è diventato un evento epocale. Il congresso nazionale dell'Unione è stato un fatto storico per Reggio. La città ha risposto con grande partecipazione: dai servizi navetta all'accoglienza nelle strutture ricettive, tutto è stato ben organizzato. I colleghi sono entusiasti e desiderano tornare anche d'estate. Siamo orgogliosi di aver contribuito a migliorare l'immagine di una città che spesso è legata a vicende negative».
E a puntare i fari su una vicenda tanto spinosa quanto delicata è stato l’avvocato Pasquale Improta, vicepresidente della Camera Penale di Cassino: «Questo congresso è stato estremamente fruttuoso perché ha finalmente tolto la maschera a questo annoso problema della separazione delle carriere, che non deve essere solo una separazione di tipo amministrativo, ma sostanziale. È necessario creare un'autonomia della giurisdizione separata concettualmente dalla pubblica accusa. Qui ho sentito parole di impegno, profonde riflessioni, e denunce sul grave stato delle detenzioni nelle nostre carceri. Concludo con una citazione di Volterra: "Per apprezzare il grado di civiltà di un paese, non portarmi a vedere i monumenti, i musei, le chiese; portami a vedere le carceri. Da lì capirò se questo paese è civile o meno". In Italia, abbiamo musei, chiese e monumenti meravigliosi, ma consiglio di non andare a vedere le carceri».