Ddl Zan, il sociologo Murdica: «Le persone transessuali non sono moneta di scambio»

Secondo l'attivista Lgbtq di origine calabrese la legge deve essere approvata subito e così com’è: «Perdere questa possibilità significa avere ancora tanta violenza e dolore»

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di Carla Monteforte
13 luglio 2021
19:48

«Oggi al Senato inizia il gioco delle verità o delle bugie. Qualcuno intende umiliare le persone transessuali o usarle come moneta di scambio». Per Rosario Murdica, sociologo, attivista lgbtq+, autore per Gaynews, calabrese d’origine, la legge Zan, in discussione in queste ore a Palazzo Madama, deve essere approvata subito e così com’è. Sull’identità di genere è categorico: «Non credo sia il problema vero. È una questione che qualcuno deve pagare uno scotto. Deve essere sacrificato perché le forme di scambio e di potere siano legittimate.

Gioco patriarcale

Vecchio gioco patriarcale – spiega - supportato ahimè da alcune lesbiche che intendono sostenere la tesi dell’essere loro donne “migliori” di altre. E che affermano che l’autodeterminazione delle donne e della propria identità di genere passi solo attraverso la loro approvazione».


I tanti oppositori

Tra gli oppositori alla legge sull’omotransbifobia ci sono infatti anche Arcilesbica e alcune esponenti del femminismo radicale e «tutte le destre e molte frange integraliste del mondo religioso e pure qualcuno/a del Pd che resta sulle posizioni di Santa Madre Chiesa e del Concordato». Nelle file nemiche anche qualche vecchia guardia del movimento lgbtq+ «che afferma, senza se e senza ma, che questa legge non è buona». Vecchi attivisti secondo cui la legge è «deleteria» a cui fanno eco altri secondo i quali è insufficiente poiché «non annovera tutte le diversità presenti sul globo terreste».

«Vogliono affossare la legge Zan»

Secondo Murdica - che fu tra i promotori della campagna nazionale “Dà voce al rispetto” lanciata a sostegno della normativa volta a contrastare discriminazioni e violenze motivate da genere, sesso, orientamento sessuale e identità di genere (tema per il quale il movimento lgbtq+ si batte da più di 30 anni e che è stato normato in quasi tutti i Paesi Ue) – «una bella ammucchiata» che sarà d’aiuto «a chi questa legge la vuole affossare».  

«Come Pilato»

«Perdere questa possibilità significa attendere ancora molti anni. E avere ancora tanta violenza e dolore» -conclude - dal momento che se ci saranno modifiche in Senato la legge tornerà alla Camera e avrà inizio un «ping pong» politico senza responsabilità personali o di partito e «come Pilato tutti alla fine si laveranno le mani».

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