Inseguire un sogno

Giuseppe Loria, storia di un giovane artista calabrese: «Da piccolo mi prendevano in giro perché sono daltonico, ma per me l’arte è vita»

Ama disegnare e dipingere: «Mi appassiona tutto ciò che è colore, mi fa stare bene». Il suo sogno? «Spero di avere uno studio di tatuaggi tutto mio»

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di Franco Laratta
27 luglio 2023
11:34
Giuseppe Loria e le sue opere
Giuseppe Loria e le sue opere

Giuseppe Loria è un giovane silano, ed è un artista fuori da ogni schema, una persona curiosa che ama disegnare, dipingere, tatuare: «Mi appassiona tutto ciò che è colore, mi consente di esprimere me stesso attraverso il lettering, attraverso la pittura e il tatuaggio. E mi fa stare bene».  (Il lettering è una forma d’arte che consiste nel disegnare le lettere a mano libera).

I colori, per Giuseppe, sono importanti. Spesso vivaci e forti. Ma in realtà alcuni colori li… confonde, i suoi occhi li trasformano.
«Beh, all’inizio è stato difficile, questo mi ha fatto sentire diverso, a volte anche discriminato. Ma il daltonismo non l’ho mai visto come un limite. Ovviamente confondere il blu con il viola o il marrone con il rosso non è il massimo, ma la voglia di disegnare ed esprimermi non è mai venuta meno, nonostante prendessi 4 in Arte a causa di quegli alberi rossi o il mare viola!».


Giuseppe si è diplomato al Biochimico di San Giovanni in Fiore, subito dopo e per qualche anno è stato in Svizzera, paese che non ha mai amato. Rientrato in Calabria ha fatto una bella esperienza presso un apprezzato studio di Cosenza che fa tatuaggi; ma è nel disegno che Loria è straordinario: sono centinaia i disegni che ha finora realizzato, tutti sorprendenti e originali. 

Ma chi è realmente questo artista così anomalo?
«Bella domanda: chi sono? Sono un ragazzo nato in un paese di montagna; un ragazzo che sogna di vivere con l’arte, ma sa che non è facile far capire alla gente che dietro un disegno c’è una vita di sacrifici, ore di studio e ore di disegni, e poi prove su prove. Troppo facile dire: “ma è solo un disegno!” Comunque sono un ragazzo che cerca la sua posizione nel mondo, cerca e lotta per avere un futuro nella sua terra, cerca di proporre qualcosa di diverso e alternativo in una realtà “rurale”»

Giuseppe ha tanta ironia, spesso riesce a ridere anche sulle cose amare: «Io, per esempio, non sono andato all’Istituto d’Arte perché i miei genitori non volevano, perché c’era chi diceva: “ma lì si drogano”, cosa ovviamente non vera. E poi ancora: “ma lì non avrai un futuro, che fai con l’Arte?” Altrettanto falso. Le solite stupide voci di paese. Ma nonostante tutte le difficoltà, le vessazioni, io continuo a inseguire il mio sogno».

Ha partecipato ad alcune mostre in giro, facendosi sempre apprezzare per i suoi lavori. C’è stato qualcuno chi ha voluto a tutti i costi un suo disegno. Ma non aveva soldi. E lo ha pagato in… natura!
«Si, ho partecipato a vari contest. Uno in particolare, il “Lucefest” dove sono arrivato secondo decorando alcuni lampioni con dei lettering, dando nuova vita a un arredo urbano e facendolo diventare una vera è propria opera d’arte. In alcuni casi ci sono problemi per il pagamento: così ho scambiato tatuaggi e mie opere con delle… patate! Anche alcuni quadri con del… tonno!».

Qui ride Giuseppe, quasi divertito.
«Mi piace pensare che l’arte sia di tutti, e che si trovi solo nelle mostre. E sono super felice che un contadino abbia un mio tattoo o che un pescatore abbia un mio quadro in casa, significa che apprezzano la mia arte. Io sono onorato di scambiare con chi merita, ovvio che non si può vivere di scambi, ma vorrei che le mie opere fossero accessibili a tutti».

Giuseppe si trova bene fra arte e mistero, fra antico e futuro.
«Sono una persona curiosa, mi ispira tutto ciò che mi sta intorno, mi piace la mitologia greca, la norrena (che è la mitologia nordica), mi piace l’arte giapponese, la natura, gli animali. Siamo bombardati dalla tv e da internet che ci fanno vedere cose meravigliose, ma anche cose orribili. Io seguo il mio flusso, il sacro, il profano, la religione, i cartoni animati, i fumetti. La mia ispirazione viene fuori da questo cocktail!».

Tutto così bello, tutto così divertente. Ma la realtà è poi diversa. Ecco com’era Loria da ragazzino: «Ero un tipo timido, i miei compagni di scuola mi prendevano in giro perché avevo interessi diversi dai loro, mi sono isolato per un lungo periodo e mi sono chiuso in me stesso. E non è stato facile. Ma poi ho trovato la rivalsa nel disegno, quello era il mio rifugio, lì mi sentivo al sicuro, e pian piano sono uscito dal guscio».

Interessante ora capire quale potrà essere il suo futuro.
«Da quando sono nato sento dire c’è crisi, c’è crisi. Io vorrei essere positivo, invece di dire le solite frasi fatte. Sicuramente continuerò a dare sfogo alla mia creatività, spero di avere uno studio di tatuaggi tutto mio e di vivere della mia arte. Non voglio diventare ricco, perché li ho visti i ricchi, sono tutti insoddisfatti e cercano la felicità nel nulla. Io voglio della mia arte, nel mio quieto vivere».

Il disegno più inquietante?
«Ho disegnato molte cose inquietanti e strane. Mia madre mi fa sempre: "e fai un bel disegno, una madonna, un paesaggio!" Ma niente, non ce la faccio, non mi stimola! Ho disegnato draghi, arpie, demoni. Ma… non saprei rispondere sul disegno più inquietante. Non lo so”.

Ad agosto il ragazzo è atteso ad un importante appuntamento.  
«Sì, agli inizi d’agosto sarò a San Giovanni in Fiore dove darò il mio contributo ad aiutare i ragazzi a disegnare, insieme a Emilio Arnone, promotore di un interessante evento legato al mondo dei fumetti. Li aiuterò quindi a disegnare per creare un fumetto. Verranno anche trasmessi dei video di miei time laps di disegno digitale. Ovviamente sarò lì con le mie copie dei disegni per chi volesse acquistare le mie opere, anche originali».

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