Il rapporto

I turisti scelgono la Calabria su Instagram. Caccia ai vacanzieri stranieri: spendono molto più degli italiani

I numeri del rapporto dell’Istituto nazionale ricerche turistiche. Cresce Airbnb: le prenotazioni alternative valgono 43 milioni. Ma in Sicilia il mercato muove mezzo miliardo di euro

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di Redazione
23 gennaio 2024
17:41

«I turisti che arrivano in Calabria sono per lo più in coppia, appartengono alla generazione X-Z (cioè hanno tra i 30 e i 60 anni circa). Scelgono la regione grazie ai social, soprattutto Instagram, anche se continuano a incidere fortemente il passaparola e l’esperienza personale». La sintesi di Mariza Righetti rimanda direttamente ai risultati dell’analisi dell’Istituto nazionale ricerche turistiche (Isnart). I numeri invitato a uno degli approcci più classici nel tentativo di intercettare i flussi. La spesa media pro capite giornaliera sul territorio da parte dei turisti stranieri vale molto più di quella dei turisti italiani: 71,15 euro contro 47,33 euro. Di solito sono influenzati dal web (social, recensioni e informazioni) e il loro giudizio sulla Calabria è positivo: 8,8 su 10.

«Le attività che in particolare svolgono i turisti sono escursioni e gite al mare, ma anche lo shopping. E sono molto attratti dai prodotti enogastronomici», continua Righetti. Che sottolinea come il trend di grande crescita registrato nel periodo post-pandemico sia destinato a durare.


Le gite al mare sono un must: vi si dedica l’88,4% dei vacanzieri (italiani e stranieri); gite ed escursioni attraggono il 47,8% dei turisti; più indietro visite nei centri storici (31,3%), shopping (17,8%) e degustazione di prodotti enogastronomici (16,7%).

Le digressioni enogastronomiche non saranno in cima ai desideri ma soddisfano i turisti (il voto è 8,9 su 10) al pari della cortesia e ospitalità locale. Un decimo più in basso (8,8 su 10) per la qualità del cibo. A livello territoriale la provincia che riscontra il maggiore gradimento è Crotone (un ottimo 9,1), la meno apprezzata (si fa per dire: 8,2 è comunque un voto molto alto) quella di Catanzaro.

Il maggior investimento per chi viene in Calabria è il viaggio: in media 269 euro tra andata e ritorno, con punte di 310 per la provincia di Vibo Valentia. Il costo dell’alloggio arriva a 66,40 euro euro al giorno (Cosenza è la provincia più cara, con 73 euro), per le altre spese la media è di 51 euro al giorno; a Reggio Calabria però i costi si aggirano attorno ai 96 euro.

I numeri di Airbnb in Calabria  

L’indagine presentata nella sede di Unioncamere Calabria a Lamezia Terme si sofferma sul mercato alternativo dell’offerta turistica e affronta il caso Airbnb. In Calabria si concentra il 2% degli alloggi Airbnb disponibili in Italia, per un totale di oltre 16 mila, incrementati del 21,2% rispetto al mese di agosto 2022. La provincia con il maggior numero di alloggi è Cosenza (quasi 5mila), seguita da Vibo Valentia e Reggio Calabria. Chiude Crotone con poco più di 1.300 alloggi. Un fenomeno che segue l’andamento stagionale dei flussi turistici: il tasso medio di occupazione degli alloggi su Airbnb raggiunge il picco ad agosto (con il 39,9); nel resto dell’anno si aggira tra il 13,5% (a settembre) e il 9,6% (a gennaio). Le prenotazioni, oltre 161mila (in Italia sono quasi 15 milioni), sono in crescita del 28,5% rispetto al 2022. Il mercato regionale è comunque molto lontano dai dati delle altre destinazioni turistiche. Airbnb vale in Calabria circa 43,5 milioni di euro, in Sicilia 500 milioni di euro, in Toscana un miliardo.

I numeri del settore: gli addetti sono quasi 56mila

Qualche altro numero sul settore. Le imprese turistiche registrate in Calabria al terzo trimestre del 2023 dono oltre 18mila, in aumento dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il settore ha un peso del 9,7% sul totale dei settori economici della regione: la stragrande maggioranza delle aziende (più del 68%) è attiva nel campo della ristorazione.

Gli addetti della filiera turistica in Calabria sono, nello stesso periodo di riferimento, quasi 56mila, cioè oltre 2mila unità in più rispetto al terzo trimestre del 2022. Le ditte della regione hanno in media 3 addetti: meno dei 4,6 della media nazionale.

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