La sfida di Stefano, molla il posto fisso al Nord per vivere e lavorare in Calabria: «Non ho rimpianti, questa è una terra bellissima»
Da docente delle scuole primarie a Torino, a promoter e organizzatore di eventi in Calabria: «È stato un anno pieno di sfide e momenti difficili. Sono certo che alla fine raggiungerò i miei obiettivi»
Ricordate quel ragazzo silano, Stefano Straface, che ha mollato tutto ed è ritornato in Calabria? Cosa ha combinato? La sua sfida l’ha vinta o no? Intanto c’è da dire che Stefano Straface, alias Stefano intour, spopola sui social con il suo contagioso entusiasmo. Ed è ospite di ogni puntata del nostro programma ‘Calabresi nel mondo’. Lo abbiamo sentito alla fine di questa bollente estate.
Sfida vinta | La storia di Stefano che rinuncia al “posto” in una scuola di Torino per tornare in Calabria e promuoverla sui social
Stefano, è passato un po’ da quando hai rinunciato al posto fisso di docente a Torino per tornare in Calabria. Pentito?
«Nonostante sia stato un anno pieno di sfide e momenti difficili, non mi pento delle scelte che ho fatto. Ogni decisione che prendo è ponderata, e so che a posteriori è sempre più facile giudicare. Non ho rimpianti, è stato un anno ricco di avventure e nuove scoperte. La mia pagina continua a crescere, e poco a poco sto schiarendo le idee sul mio futuro. Inoltre, il format Aperintour (aperitivo molleggiato) sta prendendo piede: stiamo portando l'evento in giro per l'Italia, con tappe a Bologna e Milano. Quindi no, non sono pentito».
Dopo la laurea hai avuto un incarico a tempo indeterminato di docente delle scuole primarie a Torino. Ma due anni dopo eri già in Calabria. Qui che fai?
«La mia attività principale, quella che mi permette di portare a casa un piccolo stipendio, è legata all’organizzazione di eventi. Tuttavia, collaboro anche con aziende ed enti pubblici come promoter, sfruttando la mia pagina Instagram. Sono una persona duttile e instancabile, e mi piace mettermi alla prova in vari settori».
Emergere non è facile, ci vuole tempo e pazienza, tantissimo impegno.
«Sì, sono convinto che alla fine raggiungerò i miei obiettivi. Sono molto soddisfatto del lavoro che sto facendo, anche se a volte capita di scoraggiarsi perché vorrei vedere risultati immediati. Riflettendoci, però, mi rendo conto che è giusto procedere per gradi, godendosi il percorso e affrontando gli ostacoli lungo la strada. Sono proprio queste difficoltà a farci crescere e a insegnarci le lezioni più importanti».
Ti vediamo nei tuoi reel da un capo all’altro del mondo. Quanti posti e paesi hai visitato?
«Sto imparando a conoscere sempre di più la Calabria, anche se mi mancano ancora alcune zone come l'area tirrenica e ionica settentrionale. Ho visitato in modo approfondito tutti e tre i parchi nazionali, oltre al Parco delle Serre grazie a una collaborazione con loro. Durante queste esperienze, ho esplorato luoghi, locali e culture diverse. Quello che mi colpisce sempre della Calabria è la rapidità con cui il territorio cambia in pochissimo tempo si passa da un paesaggio all'altro, e anche i parchi nazionali si distinguono notevolmente tra loro, sia per la flora che per la fauna. È davvero affascinante».
E per quanto riguarda l'estero?
«Ho avuto la fortuna di visitare il Marocco, la Finlandia, l'Austria e l'Inghilterra (quest'ultima la conoscevo già da un viaggio precedente, ma è sempre un piacere tornarci). A breve partirò per il Messico con alcuni amici, per esplorare la cultura sudamericana, realizzando così uno dei miei sogni più grandi».
Come le finanzi tante partenze e tanti viaggi per il mondo?
«Finanzio tutto personalmente, volo e alloggio inclusi. Ogni tanto, mi capita di fare degli scambi con alcune attività in cambio di un'esperienza gratuita per me e i miei amici, realizzo un video promozionale per l'azienda. È successo a Londra con Marco siamo finiti in una prigione (era un locale, mamma stai tranquilla!), e poi in Finlandia con delle esperienze fantastiche sulla neve con delle bici. Risate a più non posso, praticamente eravamo sempre con il sedere a terra.Per il resto copro tutte le spese di tasca mia come un normale viaggiatore e devo dire che sono i soldi meglio spesi».
La Calabria, la Sila, la tua terra. Cosa c’è che non va per diventare una terra che vive di turismo tutto l’anno e non un mese all’anno?
«Franco, è una domanda complessa e non pretendo di avere la soluzione, ma posso condividere qualche riflessione. La Calabria è spesso vista dal resto del mondo come una meta estiva legata esclusivamente al mare. Purtroppo, non siamo stati abili nel promuovere le altre stagioni, nonostante le potenzialità ci siano tutte. Basti pensare ai nostri parchi. L’autunno potrebbe essere un periodo perfetto per attirare visitatori, eppure non si vede un flusso costante di turisti».
Ma le ragioni di tutto questo?
«Riflettendo sulle ragioni, credo che il problema principale siano i trasporti spesso inefficaci o addirittura inesistenti in molti comuni. Una buona campagna pubblicitaria potrebbe aiutare, anche se ho notato che qualche sforzo in questa direzione è già stato fatto. Non mi intendo molto di politica, ma riconosco che il presidente Occhiuto stia facendo un ottimo lavoro, soprattutto nell'ampliare i servizi e nel promuovere i nostri territori».
Ma credo che ci sia ancora dell’altro
«Certamente. Gli aeroporti calabresi dovrebbero diventare internazionali, con collegamenti di autobus efficienti che raggiungano anche le aree più interne della regione. So che non è semplice, ma è un obiettivo su cui si può lavorare. Per quanto riguarda Uber, è sbarcato in Calabria di recente. Non credo possa essere la base su cui fondare un sistema turistico, perché i suoi costi sono elevati ovunque, non solo qui! Però è un servizio utile ed è giusto che sia presente, nonostante le lamentele di chi critica (i soliti pessimisti)».
I primi di settembre hai mandato un video a ‘Calabresi nel mondo’, molto triste: vedevi i pullman in partenza e migliaia di giovani tornare al nord o in altri paesi europei. Hai provato dolore.
«Il 1° settembre è stato particolarmente difficile per me. Ho visto partire molti amici d’infanzia, e con loro se ne sono andati anche altri amici che di solito erano presenti in paese. È stato un duro colpo, sia emotivamente che professionalmente, dato che lavorando con gli eventi ho bisogno della presenza di persone. Non ho più amici con cui ho condiviso le scuole, molti sono emigrati al Nord».
Ma nel frattempo qualcosa è cambiato.
«Fortunatamente. Quest'anno ho conosciuto persone nuove e fantastiche con cui passo molto tempo. Insieme abbiamo anche fondato un’associazione di promozione sociale per cercare di ravvivare il nostro paese, soprattutto nei periodi più tranquilli, dato che in estate e a dicembre si sta piuttosto bene. Il mio più grande dispiacere è vedere tante persone che si adattano a lavori al Nord, dove a fine mese devono fare i conti in tasca o chiedere aiuto alle famiglie. Non capisco perché, invece, non si adattano lavorativamente in Calabria».
Spiegati meglio.
«Se una persona si trasferisce a Milano per seguire i propri sogni, è assolutamente giusto. Ma se va a Milano solo per cercare qualcosa e fatica ad arrivare a fine mese, non vedo perché non possa lavorare in Calabria, dove probabilmente avrebbe più possibilità economiche e potrebbe viaggiare di più, senza dover sfruttare i 20 giorni di ferie solo per tornare qui».
La nostra forza lavoro sta arricchendo le aziende del Nord, oggi come in passato con i nostri genitori e nonni.
«Accade questo mentre qui in Calabria ci sono amici miei, professionisti affermati (parrucchieri, chef stellati, proprietari di aziende serie) che non riescono a trovare dipendenti. E non venitemi a raccontare la solita storia dei contratti e degli stipendi, perché loro offrono posti di lavoro con stipendi più che dignitosi e in regola».
Se tutti i giovani vanno via, la Calabria diventerà una terra per soli vecchi. Una situazione che avrà conseguenze pesantissime.
«La Calabria è già una terra prevalentemente di over, basta guardare l’età media nei paesi, soprattutto quelli più piccoli. Tolte le città con le università, la maggior parte del territorio ha un'età media molto alta. I paesini sono sempre più vuoti, e a questo ritmo sarà difficile invertire la tendenza».
Tanti cercano fortuna altrove, sperando di vivere meglio e di trovare maggiori opportunità
«Ma pochi sanno che vivere al Nord può essere più faticoso di quanto si pensi. Se l’obiettivo è migliorare la qualità della vita, allora sarebbe probabilmente più vantaggioso andare all’estero, perché in molti settori l’Italia, sia al Nord che al Sud, lascia parecchio a desiderare».
Le tue prossime mete?
«Sono appena tornato da una vacanza sul Lago di Garda, una zona bellissima e molto turistica. Al momento non ho programmato nulla di specifico per i prossimi mesi, ma penso che farò qualche viaggio last minute tra ottobre e novembre. Nel frattempo, mi concentrerò soprattutto sulla mia crescita personale, dedicando tempo allo studio e all'organizzazione di eventi».
Sentiamo quali sono le date più vicine.
«Abbiamo già fissato tre date importanti a San Giovanni in Fiore: il 20 ottobre, il 24 novembre, e il 14-15 dicembre. Ogni evento viene pianificato con grande attenzione insieme ai miei soci, Luigi e Daniele. Lavoriamo giorno e notte per curare ogni dettaglio e minimizzare gli errori. Ah, e come ti accennavo prima, nel 2025 partirò per il Messico».
Come vedi il futuro della Calabria?
«Non penso troppo al futuro, preferisco concentrarmi sul presente e affrontare le cose man mano che si presentano. Quello che posso garantire è che darò sempre il massimo in ogni singola attività, sperando che sia sufficiente per ottenere ciò che desidero».