Pasta e bekuar

Pallagorio, la tradizione e la semplicità della “pasta benedetta”: ecco come si prepara la Dromesat

VIDEO | Un piatto preparato principalmente in occasione delle festività, o con gli avanzi della farina rimasta sul piano di lavoro, durante la preparazione del pane. Rosina Marra ci illustra la ricetta

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di Kristal Berlingieri
10 marzo 2024
13:15

Rosina Marra mantiene viva la tradizione a Pallagorio cucinando la Dromësat. Questo piatto tipico Arbrësh, si caratterizza per la sua semplicità e velocità nella preparazione. Pochi ingredienti che abbiamo tutti in casa: farina, acqua, olio, un rametto di origano e tanto amore. Viene preparata principalmente in occasione delle festività, o con gli avanzi della farina rimasta sul piano di lavoro, durante la preparazione del pane.

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Viene chiamata anche “pasta benedetta” e osservando il procedimento è facile capire il perché. Per prima cosa, bisogna munirsi di una spianatoia, sulla quale si andrà a disporre la farina opportunamente livellata, allo spessore di circa tre dita. Successivamente, si deve intingere il rametto di origano nella soluzione di acqua e olio precedentemente preparata.


Segue il “rito della benedizione” sulla farina, che una volta inumidita, verrà lavorata con la spatola attraverso rapidi movimenti circolari, per poi essere riversata nel setaccio. Setacciando la farina, quella residua si depositerà sulla spianatoia, nel setaccio invece si formeranno dei grumi di pasta, ecco la Dromësat.

Per quanto concerne la cottura, avviene direttamente nel sugo. Mentre in alcuni paesi si sceglie un sugo elaborato con salsiccia sbriciolata e una spolverata di pecorino, a Pallagorio si predilige un sugo semplice. Basta soffriggere aglio e cipolla nell’olio d’oliva, versare la passata di pomodoro, sale, spezie, basilico quanto basta. Il sugo deve essere brodoso, perciò a cottura ultimata necessita dell’aggiunta di acqua.

La pasta va unita dopo averlo portato a ebollizione, mescolando con cura fino ad ottenere un composto ben amalgamato. Impiattiamo e voilà, non ci resta che degustare il “piatto dei poveri”, che si rivela essere estremamente gustoso, delicato e adatto a tutti. Nonostante questa ricetta sia tramandata di generazione in generazione, sono sempre meno le persone a saperla cucinare.

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