Il decreto

Risorse idriche: il 40% di Sorical ai Comuni calabresi, ecco come l’Agenzia regionale divide le quote

Le quote sono cedute a titolo gratuito in base al numero di abitanti così come cristallizzati dall’ultimo censimento Istat. Ecco cosa prevede il decreto del commissario Arrical Gualtieri

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di Massimo Clausi
18 luglio 2023
06:30
Acqua
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Va avanti il processo di riforma del servizio idrico in Calabria. Dopo l’acquisto delle quote dei privati di Sorical da parte della Regione, adesso si sta disciplinando il subentro, a titolo gratuito, dei Comuni nella gestione della società idrica. Questo partendo dal presupposto che sono i sindaci ad avere le competenze nel settore idrico, competenze che eserciteranno non solo attraverso l’Arrical, che è l’agenzia che dovrà governare “politicamente” il settore, ma anche attraverso il braccio operativo che è Sorical.

Ieri il commissario straordinario dell’Arrical, Bruno Gualtieri, ha emanato la Deliberazione n. 9 con cui vengono ripartite fra i comuni le quote che un tempo deteneva la multinazionale francese Veolià. Le quote sono cedute a titolo gratuito, anzi lo saranno con un provvedimento ad hoc, in base al numero di abitanti così come cristallizzati dall’ultimo censimento Istat del 2023. Tanto per fare un esempio Acquaformosa avrà 0.054% di azioni per abitante mentre Cosenza il 3,463% ad abitante. In totale ai comuni toccherà il 40% delle quote, le restanti restano in capo alla Regione.


Una volta che i comuni entreranno in possesso delle azioni verrà convocata l’assemblea dei soci di Sorical. In quella occasione i sindaci dovranno statuire le regole del gioco. In particolare i meccanismi di elezione del comitato di controllo analogo. Si tratta del parlamentino dei sindaci che può essere composto da un minimo di sette ad un massimo di 27 primi cittadini, con meccanismi di elezione che verranno stabiliti dai sindaci stessi.

Altra decisione importante sarà la governance dell’azienda. I sindaci possono decidere se a guidare Sorical sarà un amministratore unico o un cda. Nel primo caso il manager indicato dovrà avere il gradimento da parte del presidente della giunta regionale. In caso di cda i sindaci, attraverso il comitato di controllo, due membri su tre oppure tre su cinque. In questo caso i consiglieri espressione della Regione e l’amministratore delegato sono indicati dal presidente della Regione, mentre i consiglieri espressione dei comuni e il presidente del cda sono indicati dal comitato dei sindaci.

Ricordiamo che il comitato ha un ruolo fondamentale in quanto esercita un'influenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni significative della società controllata. Insomma quello di ieri è un ulteriore passaggio verso il gestore unico del servizio idrico dall’approvvigionamento alla depurazione.

Giornalista
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