Roberto, lo scapigliato signore dei treni con la Calabria nel cuore

Testardo e determinato anche per tentare di cambiare la mentalità di questa regione, con la sua associazione è stato il primo e credere a lottare per la valorizzazione delle pressoché dismesse Ferrovie della Calabria

di Franco Laratta
15 agosto 2021
10:55

Roberto Galati: ritratto di un ragazzo dalla capigliatura ribelle, innamorato della Calabria, grande esperto di treni e ferrovie, testardo e determinato come solo un vero calabrese sa fare. 

Roberto è stato il primo a credere e a lottare, con la sua Associazione Ferrovie in Calabria per la valorizzazione delle pressoché dismesse Ferrovie della Calabria, un tempo Calabro-Lucane. 


E così da 5 anni sbuffa orgogliosamente la storica 353 del 1926, locomotiva a vapore che tornata in servizio turistico sulla tratta silana Moccone-Camigliatello-San Nicola S.M. La ripresa dell’attività delle ex FCL in buona parte della Calabria è un suo pallino. Non facile, non semplice, ma Roberto, Vincenzo e i ragazzi dell’associazione ci credono veramente. E immagina che la ‘cura del ferro’ possa far rivivere le aree interne della Calabria, oggi in rapido spopolamento. Così come l’altro suo pallino è stato quello dell’Alta Velocità lungo le Ferrovie calabresi, progetto che sembrava irrealizzabile, per il quale si è sempre battuto contribuendo notevolmente all’arrivo della Freccia Rossa fino a Reggio Calabria.

Molti immaginavano il fallimento di questa operazione, ma poi si è invece rivelato un successo anche economico per Trenitalia e quindi anche per Italo. Così come Roberto e la sua associazione si sono spesi per la valorizzazione dei treni storici della Ferrovie dello Stato, visto che la Calabria era l’unica regione italiana finora non interessata.

Così Roberto nei giorni scorsi, felice come un bambino, svolazzava da una carrozza all’altra del Treno degli Dei, uno spettacolare convoglio storico delle Ferrovie dello Stato degli anni ‘30, che ha debuttato finalmente in Calabria per una suggestiva corsa tra Paola e Reggio, con festose soste a Tropea e nei borghi più belli del tirreno calabrese. A Trenitalia, come alle Ferrovie della Calabria, conoscono Roberto e conoscono la sua preparazione tecnica sbalorditiva: esperto di orari dei treni, delle coincidenze, dei percorsi ordinari e alternativi, spesso è lui che suggerisce gli aggiustamenti e le correzioni degli orari ufficiali. Lo fa con competenza e con grande umiltà.

Ma Roberto lotta anche per tentare di cambiare la mentalità di questa nostra terra. E le sue puntuali riflessioni, nei momenti opportuni, non mancano mai sui social: «Non è molto difficile capire la società civile calabrese: si divide, più o meno, in sole due categorie. C'è chi costruisce e immagina un futuro di sviluppo, libertà e ricchezza, mettendo a disposizione della collettività il proprio tempo, il proprio denaro, e le proprie passioni.  C'è poi un interessante mix autoalimentante composto da: criminalità di vario tipo; lamentosi cronici che costruiscono la propria notorietà su ciò che non funziona (e deve, quindi, continuare a non funzionare); perbenisti che in realtà attendono la raccomandazione anche per chiamare l'ascensore del proprio condominio; moribondi dalla nascita della serie "a mia non mi diciti nenti"».

Roberto si batte per la presa di coscienza che la Calabria ha un patrimonio infinito da valorizzare; che tutto potrà cambiare quando smetteremo di incendiare la nostra terra ad ogni estate per vergognosi interessi economici; quando smetteremo di arrenderci ad ogni minima difficoltà; semplicemente quando inizieremo a prendere esempio da realtà positive come l'Associazione Ferrovie in Calabria. Solo allora avremo davvero svoltato. Non è presunzione, è un dato di fatto: da dieci anni, Roberto e i suoi ragazzi, vanno spediti come il Caimano in testa al Treno degli Dei, a 90 km/h sulla tratta Eccellente - Rosarno via Tropea e Costa Viola, spalancando canneti e pregiudizi che inutilmente cercavano di richiudersi lungo i binari del loro impegno!  Roberto oltre alla passione per treni e binari, è da qualche anno anche un coltivatore diretto: con la sua cooperativa agricola “i Casali di Postaglianadi” di San Vito sullo Jonio, nel catanzarese. Coltiva personalmente i prodotti dell’orto, puntando tutto sulla qualità, perché ha ben capito che dalla terra può  arrivare una risposta per il futuro dei ragazzi calabresi.

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