Tra aprile, maggio e giugno ci sono ricorrenze significative.
Il 25 aprile del 1945 la Liberazione,il 2 giugno del 1946, la nascita della repubblica,il 18 Aprile del 1948 la vittoria della Dc di De Gasperi e dei partiti democratici; tre vittorie con le quali le libertà civili conquistate furono salvate e anche la Festa del Lavoro.
Questa festività sembra essere slegata dalle altre.
Il Primo Maggio,universalmente da molto tempo, segna il cammino di emancipazione del mondo del lavoro. Tra repressione, sangue e immani sacrifici i lavoratori hanno conquistato spazi di dignità e libertà.


I giorni festivi, incluso il Primo Maggio, sono pertanto, la memoria del percorso di riscatto del popolo italiano.
La guerra di Liberazione di una minoranza degli italiani, la scelta della Repubblica, la vittoria della democrazia del 18 aprile del 1948 sul disegno autoritario costituiscono il retroterra culturale e morale.

Quale significato avrebbe potuto avere il Primo Maggio se il nostro Paese non fosse stato libero?
Stridono le celebrazioni della Festa del Lavoro in quelle Nazioni in cui i popoli non sono liberi .
Il lavoro è inteso un mezzo di rafforzamento… di regimi illiberali e non un valore di crescita umana.


Dove non c’è libertà il Primo Maggio è solo un rituale in cui le speranze sono sommerse dalla subdola pratica del populismo.
Non è l’occasione per registrare progressi e quanto resta da fare.
Oggi il mondo attraversa una fase di convulsioni profonde.
Le guerre disseminate negano la vita e la dignità.
Le povertà, le diseguaglianze, le ingiustizie offendono l’Uomo.
Le svolte autocratiche che ritornano, sono il cammino a ritroso di una generazione di oligarchi saccenti e non di statisti.


Il nostro Paese sta attraversando un declino pericoloso.
Le libertà, con la messa in crisi delle istituzioni di rappresentanza democratica, sono il segnale pericoloso di un vuoto, dove al posto degli ideali ci sono le traduzioni libere… licenze del culto del potere.
Tutto questo avviene senza reazioni vere, solo modeste opposizioni di circostanza. Nelle letture della realtà di chi decide non esistono i poveri, non esiste la precarietà del lavoro, l’insufficienza dei servizi, la insicurezza nei luoghi del lavoro.
Si festeggia la giornata del Primo Maggio con il solito Concertone del S.Giovanni e poi… applausi i tanti applausi, che in forme diverse continuano e coprono la disperazione di tanti, di lavoratori sottopagati e precari, di giovani disoccupati e non, che non …scompare! Bisogna andare avanti lungo orizzonti ideali dove giustizia, libertà e dignità non siano solo richiami celebrativi, ma conquiste reali di un popolo che ha ritrovato la speranza e la fede!