La relazione 2025 del Cnel mette in luce una criticità strutturale del sistema degli asili nido in Italia, con forti squilibri territoriali che penalizzano soprattutto il Mezzogiorno e, in particolare, la Calabria.

I dati sono chiari e preoccupanti: la copertura nazionale dei servizi per la prima infanzia si attesta al 17,6%, ma nel Sud scende drasticamente al 7,3%. La Calabria si colloca tra le regioni più penalizzate, con Catanzaro al 2,6% e Reggio Calabria al 3,7%, tra le percentuali più basse a livello nazionale. Il servizio di asilo nido diventa così un privilegio per pochi, negato di fatto a migliaia di famiglie.

Un segnale positivo arriva dai piccoli Comuni del Sud, dove la copertura registra un incremento del 68%, portando la media regionale all’8,1%. Tuttavia, questi progressi restano lontani dagli standard nazionali ed europei e non colmano il divario strutturale.

Il quadro che emerge è quello di un’Italia a due velocità, con gravi disuguaglianze sociali e territoriali che incidono direttamente su natalità, occupazione femminile, conciliazione tra vita e lavoro e sviluppo economico.

Francesco Napoli, presidente di Confapi Calabria, commenta: «Parliamo di un diritto fondamentale che viene sistematicamente negato a migliaia di famiglie calabresi. L’asilo nido non è un servizio accessorio, ma uno strumento essenziale di equità sociale, di sostegno alla natalità e di reale partecipazione delle donne al mondo del lavoro».

Secondo Napoli, la carenza di servizi per la prima infanzia rappresenta una delle principali cause del divario tra Nord e Sud: «Questi numeri raccontano l’ennesima fotografia di un’Italia a due velocità. Senza una rete adeguata di servizi educativi per l’infanzia, il Sud resta indietro e le disuguaglianze si cristallizzano».

Nonostante l’incremento registrato nei piccoli Comuni, Napoli sottolinea che gli sforzi locali non bastano senza un impegno strutturale: «Quando le risorse vengono utilizzate bene, i risultati arrivano. Ora serve un impegno più forte e coordinato da parte dello Stato e della Regione, con investimenti strutturali e non episodici».

«Garantire l’accesso agli asili nido – conclude Napoli – significa investire nel futuro, nello sviluppo e nella dignità delle nostre comunità. La Calabria non può più aspettare».