Il giardino dell’agriturismo Villa Cirimarco, a Bonifati, ha ospitato il convegno “Beni confiscati, un ponte di pace sociale”, organizzato da don Ennio Stamile in occasione della XVI edizione della settimana della Cultura Benedettina. Stamile è il presidente dell’associazione San Benedetto Abate, che da anni gestisce alcuni immobili confiscati alla criminalità di Limbadi.

Accanto a lui c’erano anche Laura Cirella, responsabile della comunicazione del consorzio “Macramè”, gestore dei beni confiscati a Reggio Calabria, Antonella Sette, dirigente della Regione Calabria, e l’assessore regionale Gianluca Gallo.

L’olio al sapore di legalità

Dopo il convegno, i presenti hanno degustato l’olio “Oro et laboro”, prodotto da 900 alberi di ulivo piantati su un terreno incendiato due volte in cinque anni, probabilmente per boicottare il lavoro dei volontari. La cena è stata curata dalla cuoca contadina Loredana De Brasi. «È una grande soddisfazione – ha commentato don Ennio -, soprattutto perché sono stati cinque anni di duro lavoro, di sacrifici, di profonda solitudine, perché in fondo abbiamo sperimentato anche questo e lo dobbiamo dire, ma anche tanta voglia di fare, di coraggio, di resilienza di questi giovani che fanno parte dell'associazione San Benedetto Abate». Ed ancora, a proposito della gestione dei beni confiscati: «Si può fare, anche quando sembra che tutto vada controcorrente. Il risultato di stasera è davvero straordinario. Abbiamo prodotto olio, anche se poi in piccole quantità, ma questo olio per noi diventa oro, come la bellezza di questa terra di Calabria, quanto il coraggio di questi giovani che ci hanno creduto».

L’impegno della Regione Calabria

«In passato era un problema gestire i fondi confiscati alla ‘ndrangheta – ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo -. Oggi c'è un grande investimento di risorse da parte della Regione Calabria per volontà del presidente Roberto Occhiuto, con la competenza dell'ottimo collega Pietropaolo, che stanno dando risultati importanti sia per la ristrutturazione, sia per la gestione dei beni. Qui c'è un esempio. Questa comunità di Limbadi, che don Ennio guida da tempo, finalmente dà i risultati. “Oro et laboro” è un olio che viene prodotto in queste terre che dà la dimensione di come si riprenda la vita in queste terre che purtroppo erano conquistate dalla mafia e dalla ‘ndrangheta. Queste sono risposte concrete, credo che sia un messaggio importante».

Spazi restituiti alla collettività

«Sì, è assolutamente possibile – dice, invece, la responsabile della comunicazione del Consorzio Macremè, Laura Cirella, in riferimento alla gestione dei beni -, si può e si deve fare. È un'esperienza che portiamo avanti da tantissimi anni. In questo momento gestiamo sia dei terreni confiscati che un immobile, un palazzo nel centro storico di Reggio Calabria. È un’esperienza impegnativa, perché gli enti del terzo settore fanno tanta fatica nel gestire i beni confiscati alle mafie, però allo stesso tempo è doveroso in una terra come la nostra che ha bisogno di spazi liberati e restituiti alla collettività».