VIDEO | Un confronto tra istituzioni e cittadini rilancia la proposta di una figura stabile e competente a supporto delle persone più fragili nel centro dello Ionio cosentino
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C’è un vuoto nella tutela dei diritti delle persone con disabilità, ancora oggi poco ascoltate dalle istituzioni. A Corigliano Rossano si è discusso della possibilità di istituire un garante che possa rappresentare una voce autonoma e autorevole, capace di raccogliere i bisogni delle famiglie e di chi vive situazioni di fragilità.
L’incontro, promosso dalla consigliera comunale Daniela Romano, ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, del terzo settore e della società civile. Tra gli intervenuti oltre alla Romano, Ranieri Filippelli, portavoce del Forum del Terzo Settore dello Ionio e del Pollino; Carmen Romano, già garante per le persone con disabilità del Comune di Montalto Uffugo; Ernesto Siclari, garante per le persone con disabilità della Regione Calabria; Pasqualina Straface, consigliera regionale e presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali; Ernesto Rapani, senatore della Repubblica; Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano. I lavori sono stati moderati dal giornalista Marco Lefosse.
Una figura operativa e vicina ai territori
La figura del garante per i diritti delle persone con disabilità è già realtà a livello nazionale. A ricordarlo è il senatore Ernesto Rapani, intervenuto sul dibattito aperto a Corigliano Rossano in merito all’istituzione di un garante comunale. «A livello nazionale esiste già – ha affermato – è stato istituito con un decreto nel marzo 2024, in attuazione di una delega conferita al governo nel 2021. Oltre alla nomina del garante, è stato formato anche uno staff di supporto composto da tre figure altamente qualificate, con competenze specifiche nel settore».
Secondo Rapani, questa struttura ha il compito di affiancare il garante nazionale, raccogliere informazioni e dati, e contribuire alla risoluzione dei problemi attraverso un confronto costante. Per questo motivo, sostiene con convinzione l’estensione del modello anche a livello locale. Rapani ha sottolineato anche che il garante comunale potrebbe assumere un ruolo più ampio, coordinando un tavolo o uno staff operativo sul territorio. «È una figura che può dare concretezza e metodo all’azione amministrativa. Non basta convocare tavoli: serve una regia, un punto fermo, una figura di garanzia».
Il senatore non ha nasconsto alcune perplessità emerse negli ultimi giorni: «Auspico questa istituzione anche perché ho letto pareri discordanti sulla stampa locale. Mi riferisco a una commissione consiliare, presieduta dal centrosinistra, che sembra intenzionata a superare l’ipotesi del garante limitandosi all’attivazione di un semplice tavolo tecnico. Ma questo non basta. Serve una figura chiara, con competenze e mandato specifico. Altrimenti rischiamo di fermarci alla facciata, senza offrire risposte reali».
La figura del garante comunale può diventare un presidio fondamentale per rendere davvero capillare la tutela dei diritti delle persone con disabilità. Ne è convinto Ernesto Siclari, garante regionale per la Calabria. «La presenza di un garante comunale sul territorio è decisiva – ha spiegato – perché permette di avere più punti di riferimento. Il garante regionale, da solo, può affrontare molte richieste, ma sapere di poter contare su un supporto tecnico locale è fondamentale». Siclari sta già lavorando a una rete tra le varie realtà locali. «Ho avviato un percorso per costruire sinergie operative. Nei territori più complessi da raggiungere, la presenza del garante comunale diventa ancora più strategica. Il confronto costante tra livelli diversi può produrre risposte concrete per la popolazione».
Sul caso specifico di Corigliano Rossano, ha espresso un chiaro apprezzamento: «Ho partecipato con grande piacere. Ho visto sensibilità e fermento su questi temi. Per questo ho promesso che seguirò da vicino l’iter per istituire anche qui la figura del garante comunale. È un ruolo che funge da ponte tra comunità e istituzioni, raccoglie bisogni reali e li trasmette agli enti pubblici. I comuni non devono temere questa figura, anzi: dovrebbero scommetterci, con coraggio e lungimiranza». Alla domanda sulle eventuali criticità riscontrate, Siclari ha chiarito: «In questo contesto specifico non ne ho notate. Ma le difficoltà sul territorio sono tante. Le conosciamo bene: scuole inadeguate, strutture insufficienti, normative inapplicate. Pensiamo al Dopo di Noi, a norme che in molti casi restano lettera morta. Il problema non è la mancanza di fondi, ma l’assenza di progettazione».
Più servizi e garanzie per chi ha bisogno
Il consigliere regionale Straface ha voluto valorizzare il lavoro che la Regione Calabria sta portando avanti con il nuovo Piano per la non autosufficienza: «In passato erano stati stanziati 63 milioni di euro, distribuiti tra comuni capofila e Asp. Oggi la Regione ha destinato 83 milioni direttamente ai comuni capofila. Un cambiamento importante che permette più efficienza e meno passaggi burocratici».
Corigliano Rossano, comune capofila per un ambito che comprende altri 11 comuni, sarà destinatario di strumenti operativi significativi.
«Il piano unico di accesso orienterà le famiglie verso i servizi sociosanitari. Ci saranno piani individualizzati e un budget costruito su misura delle esigenze di ciascun soggetto. Un’altra novità importante è l’attivazione dell’unità di valutazione multidisciplinare, l’UVM, per una presa in carico più completa e qualificata».
Straface ha inoltre lanciato una proposta operativa rivolta direttamente al sindaco: «Serve una struttura stabile, operativa, separata dall’apparato burocratico del Comune, dove l’assemblea dei sindaci possa fare sintesi e soprattutto dove si possa contare su professionalità adeguate. Manca il personale: servono assistenti sociali, psicologi, figure capaci di leggere i bisogni dei disabili e sostenere concretamente le famiglie».
Secondo il sindaco Flavio Stasi, è necessario individuare strumenti di garanzia che servano alla comunità, e anche all’amministrazione, pur nella loro autonomia. «Gli organismi di garanzia devono essere indipendenti, e questo è il loro valore. Discuterne insieme è sempre utile. Ora la palla passa al Consiglio comunale, ma sono ottimista».
Un passaggio chiave riguarda anche il rapporto con la cittadinanza, soprattutto quella più fragile. «Dobbiamo saper parlare con la nostra gente, spiegando che le difficoltà di chi amministra sono reali: dai limiti economici alle procedure burocratiche, alla mancanza di personale. Ma il nostro compito è affrontarle, senza scorciatoie, con senso di responsabilità». Stasi ha ricordato anche un’iniziativa recente: «Abbiamo attivato un tavolo permanente sulla disabilità che coinvolge Regione, Azienda sanitaria e associazioni del terzo settore. L’obiettivo è uno: avere risorse per fornire servizi reali, ascoltare i bisogni della gente e dare risposte concrete. Servono impegno e coordinamento a tutti i livelli, dal Comune alla Regione».
Sul fronte operativo, ha annunciato anche un concorso in via di svolgimento per l’assunzione di 16 assistenti sociali, una figura spesso carente nel sistema. «Ogni strumento che aiuta a migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione va bene per noi, purché si lavori al di là degli steccati. Sulle fragilità, più che parlare, bisogna fare».
Un garante per dare voce a chi resta indietro
Il consigliere comunale Daniela Romano, promotrice dell’iniziativa ha ribadito: «È un’iniziativa che ho voluto con determinazione – ha raccontato – ed è stata una giornata importante soprattutto per la città di Corigliano Rossano, dove finalmente siamo riusciti a costruire un tavolo di confronto politico-istituzionale attorno a una proposta a cui tengo molto: l’istituzione della figura del garante per la tutela dei diritti delle persone con disabilità».
Una proposta che, ha sottolineato, nasce da un'esigenza concreta: «Si tratta di una figura che oggi manca in città, nonostante Corigliano Rossano sia anche comune capofila d’ambito. C’è bisogno di riferimenti solidi, capaci di fare da ponte con le istituzioni locali e sovracomunali, ma soprattutto in grado di sostenere le famiglie, spesso abbandonate nella giungla della burocrazia». Alla domanda su cosa l’abbia spinta ad attivarsi in questa direzione, ha risposto: «La sensibilità su questi temi c’è sempre stata, ma a fare la differenza è stato l’ascolto. Ascolto dei genitori, delle famiglie, delle loro esigenze. Sono famiglie che troppo spesso devono ricorrere all’autofinanziamento per sopperire a servizi che le istituzioni non riescono a garantire».
Sul perché ritenga urgente questa figura, la spiegazione è stata netta: «È un ruolo valido, utile, e direi necessario per la nostra comunità. Le figure istituzionali non sono mai abbastanza. Più riferimenti abbiamo, più risposte possiamo dare. Serve un presidio stabile, un punto di riferimento reale». Buone le prime reazioni: «La partecipazione è stata ampia, la sala era gremita. E soprattutto è emersa la volontà dell’amministrazione, nella persona del sindaco Stasi, di sostenere concretamente questa proposta. Ora tocca alla municipalità mettere in campo gli strumenti adeguati per istituire il garante, come già avviene in molti altri comuni italiani».
Infine, sui prossimi passi è stata chiara: «Porterò in Commissione tutte le domande e le osservazioni raccolte durante l’incontro, poi passeremo al Consiglio Comunale. Elaboreremo un documento e lo presenteremo all’amministrazione. È così che daremo voce a chi oggi ha parlato e a chi ha il diritto di essere ascoltato».