Il protocollo

Corsi di formazione per i detenuti nel carcere di Reggio Calabria: «Così potranno inserirsi nel mondo del lavoro»

FOTO-VIDEO | È stato sottoscritto un protocollo tra la casa circondariale Panzera e il Rotary distretto 2102 Calabria. Tramite l'iniziativa si potranno acquisire competenze nell’ottica del reinserimento sociale e lavorativo

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di Anna Foti
12 novembre 2021
16:16

«Formare persone detenute affinché possano spendere fuori, in modo positivo e costruttivo, risorse professionali qui acquisite e così cogliere opportunità lavorative e di reinserimento sociale anche in un contesto complesso come quello calabrese», così Calogero Tessitore, direttore della casa circondariale Giuseppe Panzera di Reggio Calabria ha descritto la finalità del protocollo d’intesa sottoscritto con il neonato distretto 2012 Calabria del Rotary International, nella cornice del più ampio progetto “Informi…amo per formare”. Al centro dell’accordo due corsi di formazione professionale nel settore della Gelateria e della Fotografia, da promuoversi rispettivamente nel plesso di Arghillà con Enzo Pennestrì (in collegamento da Roma) e nel plesso San Pietro con Antonio Sollazzo.

Carcere Reggio, i corsi di formazione

Si tratta di alcune tra le prime iniziative che, nel pieno rispetto delle normative imposte dalla pandemia, che inevitabilmente ha inciso anche sull’offerta trattamentale erogata da persone esterne alla comunità carceraria, gradualmente segnano la ripresa dei contatti tra la dimensione detentiva e quella esistente fuori, dove le stesse persone oggi detenute dovranno un domani trovare occasioni di reinserimento sociale e lavorativo, nel solco del principio rieducativo della pena sancito dall’articolo 27 della nostra Costituzione.



«L'attività trattamentale ha subito certamente un impatto forte in costanza di pandemia. Quella attuale è senz'altro una fase di ripresa. Mentre si attende che possa tornare agibile il teatro interno al carcere, colpito da un incendio lo scorso Natale, quest’anno è stata abbandonata la didattica a distanza e sono intanto iniziate nuovamente le lezioni scolastiche in presenza. All’orizzonte vi sono anche la riattivazione dei laboratori di lettura ad alta e di teatro che andranno ad arricchire i percorsi trattamentali mai completamente sospesi e supportati dal personale interno, anche e soprattutto in tempo di pandemia, e scanditi da cineforum e attività sportive nei campi e in palestra e religiose», ha spiegato il referente dell’area pedagogica Domenico Speranza.

La collaborazione con il Rotary Calabria

«Per noi resta fondamentale l’ottica della rieducazione e del reinserimento sociale nella nostra attività e siamo particolarmente contenti di avere trovato nel Rotary Calabria un interlocutore sensibile e collaborativo con cui le iniziative non saranno limitate a questo protocollo che oggi abbiamo firmato», ha commentato ancora il direttore Calogero Tessitore.

«Non ho mai dimenticato la grande umanità incontrata dentro il carcere di Augusta, per questo ho ritenuto che fosse doveroso porre in essere delle iniziative concrete a supporto della popolazione detenuta. Sono dunque molto determinato nel voler promuovere percorsi professionalizzanti che concorrano concretamente al reinserimento sociale. Laddove, poi, la direzione carceraria è così ben organizzata come a Reggio, diventa possibile avviare iniziative di valore e di contenuto, con spirito positivo e sensibilità», ha sottolineato Fernando Amendola, governatore Rotary Distretto 2102 Calabria.

La firma è stata apposta nella sala che accoglie la targa donata lo scorso aprile dal Soroptimist club di Reggio Calabria in memoria dell’indimenticato Emilio Campolo, funzionario dell’area pedagogica della casa circondariale Giuseppe Panzera prematuramente scomparso lo scorso marzo, poco dopo il suo pensionamento, a causa del covid.


Presenti alla sottoscrizione del protocollo d’intesa anche il responsabile dell’area pedagogica Domenico Speranza, il funzionario giuridico-pedagogico Lorenzo Federico, il comandante di reparto della Polizia Penitenziaria Stefano La Cava, il segretario Rotary Distretto 2102 Calabria Antonio Enrico Squillace e presidente del Club Reggio Calabria Sud Parallelo 38 Gianfranco Fragomeni.

Attivare (finalmente) il laboratorio Michelangelo

Un’occasione anche per altre significative prospettive come quella di attivare finalmente il laboratorio di lavorazione dei marmi denominato Michelangelo, mai decollato e allestito già da oltre un decennio dentro il plesso San Pietro. In virtù dell’interessamento del Rotary Calabria, sarà Giacomo Cascardo, esperto del settore, a visionare il laboratorio, allestito nel 2007 e mai entrato in funzione, per constatarne le condizioni.«Grazie alla collaborazione con il Rotary abbiamo potuto, come Amministrazione penitenziaria, acquisire la disponibilità a ravvivare il proposito di dare corpo a questo laboratorio che, come quello già attivo di sartoria e altri, contribuirà all’acquisizione di abilità e competenze in capo alle persone detenute e alla creazione di manufatti e prodotti di utilità collettiva», ha concluso il direttore  della casa circondariale Giuseppe Panzera di Reggio Calabria, Calogero Tessitore.

Carceri, a Reggio nessun sovraffollamento

Resta nella norma il numero di detenuti nei due plessi del carcere reggino dove, sempre nel rispetto delle normative anti-covid, sono ripresi anche gli incontri con i familiari, a lungo sospesi e mantenuti solo tramite frequenti video chiamate. Ad Arghillà le tre sezioni di media sicurezza e un gruppo di sex offender non raggiungono la soglia di trecento detenuti.

Il plesso San Pietro, che resta nella sua dimensione giudiziaria ospitando soprattutto detenuti il cui processo è ancora in corso e solo una minoranza di detenuti già condannati e dunque con pena definitiva, ospita due sezioni di alta sicurezza, persone in semilibertà, un piccolo reparto di osservazione psichiatrica e la sezione femminile per un totale di 156 persone (capienza pari a 160).

 

 

Giornalista
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