La guerra delle universita’

Facoltà di Medicina all’Unical, a Catanzaro esplode la protesta con tanto di bara

VIDEO | Alcuni partecipanti hanno esibito una cassa da morto con un manifesto in cui si annunciava il decesso dell'ateneo catanzarese

di Luana  Costa
22 settembre 2022
11:53

Sit-in di protesta stamani a Catanzaro. Al centro, la ventilata istituzione di una seconda facoltà di Medicina all'Università della Calabria, nell'area urbana della vicina Cosenza, dopo quella da tantissimi anni attiva all'Università Magna Graecia di Catanzaro. La manifestazione si è tenuta in una piazza del quartiere Lido del capoluogo di regione. Alcuni partecipanti hanno esibito una bara con un manifesto in cui si annunciava la morte dell'ateneo catanzarese.

Facoltà di Medicina a Cosenza

 Il tema affiora a ondate cicliche nel dibattito politico e accademico calabrese, ed è tornato di stretta attualità dopo che nelle scorse settimane all'Università della Calabria di Rende-Cosenza è stato attivato un nuovo corso di laurea, "Medicina e Tecnologie digitali", corso che prevede comunque una sinergia tra i due atenei. A rilanciare l'allarme sull'attivazione di una facoltà di Medicina anche a Cosenza, e sul conseguente rischio di una penalizzazione dell'Università di Catanzaro, è stato qualche settimana fa Valerio Donato, già candidato sindaco a giugno, oggi consigliere comunale di opposizione e tra l'altro docente della Facoltà di Giurisprudenza dell'ateneo catanzarese.


La discussione in ambito politico e accademico

La sortita di Donato - presente all'iniziativa di oggi - è stata seguita in modo bipartisan da quelle della politica catanzarese, risuonando però anche ben oltre i confini cittadini. A surriscaldare la situazione anche le recenti dichiarazioni del presidente della Regione Roberto Occhiuto, che a margine di un incontro sui temi sanitari a Catanzaro, dicendo no a "guerre di campanile", aveva affermato che l'Università di Catanzaro «va potenziata ma valutare altre iniziative e non indebolita, ma se ci sono altre esperienze in regione bisogna valutare l’opportunità di dare corso anche a queste iniziative».

Al governatore aveva indirettamente replicato il rettore dell'Università di Catanzaro, Giovambattista De Sarro: «Secondo me non è una buona scelta, le cose si devono fare in maniera adeguata perché non possiamo formare dei medici non all’altezza. Catanzaro ha una storia di 45 anni di medicina. Io ci penserei per evitare di fare qualcosa che domani non servirà a nessuno». Ma il dibattito ormai ha preso piede, inducendo il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Gianmichele Bosco, sotto la spinta dei capigruppo, ad annunciare una seduta del civico consesso del capoluogo dedicato ad hoc al tema dell'università, al quale saranno invitati lo stesso Occhiuto e i vertici accademici, e il sindaco Nicola Fiorita (a sua volta docente dell'Università della Calabria) a chiedere il contributo dei suoi competitor elettorali per una "mozione unitaria" finalizzata a mantenere a Catanzaro l'unica Facoltà di Medicina in Calabria.

Le dichiarazioni di Fiorita

«Nei giorni scorsi ho chiesto agli altri candidati a sindaco presenti in Consiglio comunale di presentare assieme una mozione perché credo che questo tema vada affrontato in maniera unitaria e vada affrontata anche in una ottica istituzionale e di sistema. Io quindi mi auguro – ha detto Fiorita - il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, accolga la richiesta che il presidente del Consiglio Comunale, Gianmichele Bosco, gli ha rivolto di partecipare al Consiglio comunale aperto. Lì presenteremo una mozione unitaria della città che chiede non solo la tutela dei diritti e delle prerogative di Catanzaro ma soprattutto chiede che la questione dello sviluppo dell’università calabrese venga affrontata in una ottica di sistema senza fughe in avanti e senza prevaricazioni di una parte sull’altra. Noi dobbiamo far funzionare l’università in tutta la regione. È stata scelta anni fa una strada che è quella di puntare su un sistema fondata su diversi atenei e ciascuno di questi atenei deve essere messi in grado di potenziarsi e di rispondere alle esigenze della Calabria nel miglior modo possibile. Se noi sbilanciamo lo sviluppo del sistema universitario e non lo teniamo in una logica complessiva – ha precisato ancora - noi facciamo male a tutta la Calabria. Nessuno vuole togliere niente all’università della Calabria, nessuno vuole nulla di speciale per Catanzaro. Quello che noi crediamo è che ci debba essere una logica di sviluppo complessivo del sistema universitario calabrese».

Presente anche Valerio Donato

L’iniziativa promossa da un gruppo di cittadini e che ha visto anche la partecipazione di alcuni studenti della Facoltà di Medicina di Catanzaro è riuscita a mettere assieme la maggioranza e l’opposizione in Consiglio Comunale. Ha partecipato anche Valerio Donato che ha ripercorso intanto quel che avvenuto negli ultimi mesi: «L’università di Catanzaro e quella di Cosenza hanno stipulato una convenzione per lo svolgimento di un corso in Medicina digitale. In questo momento Cosenza vorrebbe istituire un corso autonomo ma sempre di Medicina Digitale. Questo la dice lunga sulla incapacità di una iniziativa di questo genere ad apportare elementi di novità al sistema universitario, ciò non aggiunge nulla ma rende semplicemente autonomo un corso che evidentemente vuole essere utilizzato per poi istituire in un passaggio successivo la facoltà di Medicina. È un meccanismo tattico che è stato svelato e che non propone un ragionamento di sistema ma esprime invece ancora una volta una visione campanilistica che l’università di Cosenza vuole affermare. Nulla togliendo ovviamente al prestigio e all’autorevolezza sia dell’università di Cosenza sia alle altre istituzioni universitarie che devono essere implementate, valorizzate con il sostegno di tutto il territorio. Non si possono aprire queste guerre tra bande».

Riguardo al giudizio già espresso sulla materia dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che nei giorni scorsi si è detto favorevole all’istituzione di un nuovo corso di laurea di Medicina chiarisce: «Io mi auguro che il presidente Occhiuto promuova invece un’azione di sintesi e di mediazione tra opposte esigenze perché questa non è una esigenza espressa solo dall’università di Cosenza. Anche in passato l’università di Catanzaro ha espresso delle esigenze che sono state bloccate da una azione del rettore dell’università di Cosenza insieme al rettore di Reggio. In questo momento il sistema universitario si fonda su alcune specializzazioni assegnate agli atenei. Non va più bene? – si è domandato Valerio Donato -. Il rettore dell’università di Cosenza ritiene che sia superato? Ridiscutiamo un nuovo sistema ma non si può promuovere un’azione individuale di un ateneo a danno degli altri».

In risposta alle prese di posizione giunte dal segretario provinciale del Partito democratico di Cosenza, Donato ha aggiunto: «Anche qui c’è una visione abbastanza strana. Io vedo che alcuni rappresentanti di partiti, ad esempio il segretario provinciale del Pd di Cosenza prende le difese di un territorio cioè legittima e giustifica una azione spiritualmente violenta di una istituzione. Io credo che i partiti ancor di più loro dovrebbero ragionare in termini di sistema e non certo a difesa di territori. Non è più il momento delle barricate è un momento di programmazione e di sviluppo di tutto il territorio calabrese».

Iemma: «Medicina deve rimanere a Catanzaro»

Ha partecipato all’iniziativa anche la vicepresidente della giunta comunale di Catanzaro, Giusy Iemma: «Il comune di Catanzaro partecipa perché è una battaglia importante per la città, per la provincia e io dico per tutta la regione. Dobbiamo imparare a rispettare quelle che sono le vocazioni, le esperienze e le tradizioni. Non è in termini di contrapposizione tra atenei che si risolve il problema dell’offerta formativa e scientifica. Noi non possiamo restare senza far nulla dinnanzi ad uno scippo ai danni del capoluogo di regione. La facoltà di Medicina non può essere sdoppiata perché la Calabria non è una regione molto grande per cui riducendo il numero degli iscritti è evidente che anche la qualità della formazione verrebbe compromessa».

«Il presidente della Regione si è espresso favorevolmente – ha aggiunto ancora il vicesindaco - ma ricordiamo al presidente che non è presidente di Cosenza ma che è il presidente dell’intera regione e che Catanzaro non può essere ulteriormente depauperata. È capoluogo di regione e in quanto vale va rispettato. Quello che trovo inaudito è che le forze di centrodestra del capoluogo non abbiano speso una parola a favore della facoltà di Medicina. Noi faremo di tutto perché la facoltà di Medicina resti esclusivamente a Catanzaro».

Pitaro: «Una battaglia di civiltà»

«Questa è una battaglia di civiltà». Ha aggiunto l’avvocato Francesco Pitaro, candidato alle imminenti elezioni politiche nella lista del Partito Democratico. «Mi sembra che sia manifestamente illogico pensare di poter duplicare una facoltà di Medicina che esiste già a Catanzaro da mezzo secolo. Duplicarla è innaturale e incomprensibile. La nostra regione è piccola, non fa nemmeno due milioni di abitanti costituire una nuova facoltà di Medicina ad una ora di macchina mi sembra sballato. Peraltro duplicare significherebbe depotenziare la facoltà che già esiste e penalizzare ancora una volta la città di Catanzaro che è già stata molte volte mortificata».

«Tutto ciò è reso ancora più grave dal fatto che la duplicazione è condivisa dal presidente della Regione. Io dico che l’azione di governo di un presidente della Regione deve essere indirizzata all’equilibrio politico e istituzionale. Bisogna garantire la crescita uniforme di tutti i territori e il presidente non può essere condizionato da spinte egoistiche che vengono dalla sua città. È una battaglia di civiltà – ha concluso - dobbiamo mettercela tutta anche utilizzando gli strumenti forniti dall’ordinamento giuridico e difendere la facoltà di Medicina che rappresenta una istituzione consolidata».

Giornalista
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