A Crotone il 12enne ha ricevuto un prestigioso riconoscimento dalla Fondazione D’Ettoris per il suo componimento dal titolo “Se potessi tornare indietro nel tempo”. Un testo profondo in cui traspare tutto l’amore per il padre Nino
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Francesco ha solo sei anni per stare accanto al suo eroe prima di salutarlo per sempre. Deve fare in fretta per apprendere ogni cosa da papà Nino ma la vita non lo ha informato per tempo. Così, d'un tratto, si trova costretto a sopportare il pesante fardello di un addio. Seppur con le sue spalle piccole, da bambino. Nino scompare per colpa di un brutto male, lasciando improvvisamente il mondo in balia di sé stesso.
Il piccolo Francesco ed il fratello Luigi imparano subito cosa significhi urtare contro gli spigoli duri dell'esistenza. Ma non consentono alla tristezza di prendere il sopravvento su ogni altra cosa. Si danno da fare, studiano e nel frattempo crescono. Luigi, ora diciottenne, è uno studente universitario modello. Francesco, che oggi ha dodici anni, frequenta con profitto la scuola ed è un punto di riferimento per amici e compagni di classe.
«Francesco era molto legato al padre - ci racconta lo zio Saverio -, viveva in simbiosi con lui. È molto affezionato al fratello Luigi. È un bambino che non ama molto i videogiochi, preferisce il contatto umano. È molto affezionato agli amici. È molto socievole ed empatico».
Nei giorni scorsi il dodicenne crotonese è stato insignito dalla Fondazione D'Ettoris della città pitagorica di un premio per un componimento dedicato al papà. Un testo struggente che Francesco ha scritto facendo trasparire tutto l'amore possibile di un figlio per il proprio padre, un legame sprovvisto di scadenza.
Vi proponiamo il testo per intero. Con la certezza che il cuore di ogni lettore non presterà alcun battito all'indifferenza.
Se potessi tornare indietro nel tempo
Se potessi tornare indietro nel tempo, tornerei a quando avevo sei anni. Non perché voglio essere più piccolo, ma perché vorrei riavere il mio papà. Tornerei a quella mattina in cui l'ho visto l'ultima volta. Non sapevo che sarebbe stato l'addio.
Ricordo che tutti mi dicevano: "Ora il tuo papà è una stella, ti guarda da lassù." Ma io non volevo una stella, volevo il mio papà. Volevo che mi prendesse in braccio, che mi raccontasse le sue storie di quando era bambino.
Se potessi tornare indietro nel tempo, parlerei di più con lui. Gli farei più domande. Gli chiederei quali erano i suoi sogni, cosa gli piaceva fare da bambino, quale fosse il suo colore preferito. Quando ero piccolo non pensavo che il tempo potesse finire così presto. Pensavo che il mio papà sarebbe sempre stato lì.
Sono passati sei anni senza di lui. Sei anni in cui ho imparato a vivere con il vuoto che ha lasciato. Sei anni in cui cerco il suo volto nelle foto, il suo profumo nei vestiti che la mamma ha conservato. Sei anni in cui ho sognato di sentirlo chiamare il mio nome un'ultima volta.
Ma il tempo non torna indietro e tutto quello che mi resta di lui è nei miei ricordi.
Ogni volta che chiudo gli occhi e penso a lui, sento il suo abbraccio. Forse è vero che le stelle ci guardano dall'alto, sicuramente è vero che il mio papà è sempre accanto a me.
Francesco Danese