Da qui a qualche giorno l’area archeologica e turistica di Sibari rivivrà le atmosfere del Vinitaly. Dopo Cirò e Cirò Marina, con il Merano Wine Festival, la Regione e l’Arsac procedono con l’idea di sperimentare in Calabria brand internazionali del vino. Qual è la ragione fondante di questo sforzo? Prima di rispondere occorre non far passare in secondo piano un possibile filone di impegno organizzativo ed economico dal potenziale completamente “autoctono”.

La Calabria potrebbe immaginare, da qui a breve, di costruire qualcosa di originale, di autonomo, di locale nell’accezione più nobile del termine, giungendo magari a lanciare un proprio marchio riconoscibile con ambizioni mediterranee. Questo percorso parallelo non è per nulla semplice, dovendo sconfiggere anche mentalità di tipo “provinciale”, o timori di natura reverenziale, freni che troppo spesso hanno tagliato le gambe a un Sud sempre disposto ad aprirsi con generosità alle proposte esogene, troppo spesso restio nel dare fiducia a intelligenze creative ed esperimenti endogeni.

La storia identitaria del Mezzogiorno (e Sibari in questo caso è il luogo ideale per respirare e ragionare tenendo conto dello scorrere dei millenni) ha lasciato anche cicatrici e limiti, oltre che enormi virtù e potenzialità. Un passo per volta, allora, tenendo ben presente che non è per nulla una passeggiata immaginare di poter emulare la forza attrattiva del Vinitaly Verona o di altri longevi e stimati contenitori simili. Né si trascuri che la stessa kermesse scaligera si sta confrontando, evidentemente con bilancio e report positivi, con le capacità organizzative e d’accoglienza strutturata di una Calabria da scoprire anche sotto questo specifico profilo.
Ragionare è utile, migliorare di anno in anno è necessario, avere eventuali atteggiamenti stupidamente demolitori non ha senso. Anzi: chi rema contro produce solo danni! Si ritorni ora alla domanda iniziale: perché spostare sul piano interno l’attenzione del mondo vitivinicolo, enogastronomico ed agroalimentare? Le ragioni sono numerose e tutte valide.
Innanzitutto occorre continuare con un lavoro costante di promozione vera e pensata del territorio (non tutto ciò che si fa, sia chiaro, si muove lungo questo binario, anzi!). La Magna Grecia, con lo splendore e la potenza di Sibari, Crotone, Locri e Reggio (solo per citare le “poleis” leader), è stato uno dei momenti più esaltanti, importanti e decisivi della storia del Mediterraneo e dell’Occidente. L’opulenza ricercata dei Sibariti, il pensiero elevato dei Pitagorici crotoniati, gli assetti economico-sociali dell’aristocratica di Locri, il pluridimensionale genio artistico dei Reggini (storiografia, letteratura, poesia, scultura…), con fondamentali riverberi su tutto ciò che significa enologia antica e radici del cibo identitario, meritano un’attenzione costante, puntuale, determinata, forte, orgogliosa, finanche “presuntuosa”.

In alcuni talk, durante il Vinitaly Sibari, si affronterà anche il rapporto tra vino, enogastronomia, tradizioni agroalimentari e percorsi storico-archeologici. Ma il sito in sé di Sibari, con adiacente parco archeologico e museo nazionale, può vantare una centralità propria e una dimensione evocativa assoluta. La semplice associazione di parole che contraddistinguono la modernità con termini di frequente utilizzati solo da studiosi e ricercatori, vino-Sibari, cibo-Sibariti, enogastronomia-archeologia, filiere agricole-storia…, sono utili per far crescere nel mondo, anche grazie a internet, il nome e il prestigio della Calabria.
Il giornalista in genere non si autocita, ma in questo specifico contesto il riferimento all’«Alberello Enotrio» (un corposo e articolato libro in costante evoluzione, con tanti spunti di riflessione) è fondamentale perché questa intuizione, corroborata da lunghe ricerche, ha aiutato il sistema a sottolineare un primato calabrese di straordinario livello: una civiltà del Vino che precede di molti secoli quella della Magna Grecia, l’Enotria. Il preziosissimo lavoro svolto nei decenni da archeologici, storici professionisti e scienziati è stato alla base di un’elaborazione originale che è stata recepita anche a livello istituzionale. I soggetti pubblici (Regione con l’Arsac, Camere di Commercio, ecc.) stanno investendo anche in comunicazione utilizzando diffusamente i mezzi disponibili (tv, social, web-tv, giornali online, radio…), tra espressioni più strutturate e medio-piccole, generando nella rete un flusso enorme di informazioni che si autoalimenta e che ha rilevanza mondiale proprio grazie al web. Agire senza comunicare non avrebbe senso.

Veniamo ora ad un’altra questione strategica che rema a favore di manifestazioni come quella del Vinitaly Sibari, accanto ovviamente all’impegno sempre utile di promozione all’estero. La verità fa sempre bene, soprattutto se corredata da numeri e statistiche ufficiali. La Calabria produce poco vino, ma di crescente qualità e, soprattutto, espressione di un paniere di biodiversità e distintività che ha pochi eguali nei cinque continenti.
Nei giorni scorsi LaC News24 ha pubblicato i risultati dell’ultimo Rapporto Valoritalia che ha fornito anche i dati sulle produzioni delle principali Doc. Si immagini che nel 2024 la denominazione Calabria Igt (quasi tutte le cantine calabresi producono etichette Igt Calabria, anche molto note) ha certificato poco più di 4 milioni di bottiglie da 0,75 litri (4.240.371). Numeri certi, non discutibili, esatti! Il calo rispetto al 2023 è stato notevole: -17%.

Il Cirò Doc, l’area IG più vasta e grossa della regione, a sua volta ha certificato quasi 3,5 milioni di bottiglie da 0,75 litri (3.407.891), confermando essenzialmente il risultato dell’anno precedente. La somma è semplice: 7,6 milioni di bottiglie (i dati sulla Terre di Cosenza dovrebbero essere forniti dall’ente certificatore che è la Camera di Commercio). Una quantità, come si diceva, davvero piccola, ma che può fare da traino ai diversi territori della Calabria grazie all’enoturismo, fenomeno in tumultuosa crescita. Il vino più di altri gioielli della terra ha la capacità intrinseca di suscitare emozioni, di sollecitare conoscenza e approfondimenti, di invogliare a fare viaggi, di partecipare a percorsi di degustazione, di indurre il consumo di cibi e pietanze locali, di respirare in presa diretta i luoghi di produzione. Il vino è vita dai tempi in cui i popoli mediterranei iniziarono a guardare al mito di Dioniso, con robusti riflessi su tanti aspetti della realtà intellettuale: filosofia, arte, psicologia, spiritualità, quotidianità, ritualità. Ecco perché è corretto e giusto continuare a concentrare risorse su questo settore, nella speranza che tutte le cantine coinvolte aumentino gli sforzi per implementare una proposta collettiva vincente, per farla primeggiare, per non rischiare di fermarsi alla sola dimensione agricolo-burocratica e finanche puramente commerciale della vitivinicoltura. Il vino è in grado di generare ricchezza diffusa: basterebbe guardare agli esempi delle colline del Chianti, delle Langhe, dei vigneti del Prosecco, o finanche delle pendici dell’Etna! Altre Doc calabresi hanno orizzonti assai più contenuti: la Lamezia nel 2024 ha certificato, sottoscrive Valoritalia, appena 38.877 bottiglie da 0,75 litri (-41% rispetto al 2023). Il Savuto Doc si è fermato a 22.599 (-30%). Il Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto Doc a 1.380 (-66%). Il Melissa Doc ha raggiunto quasi quota centomila: 81.041 (+6%). Il Bivongi Doc ha superato le cinquantamila: 56.073 (-28%). Si può fare di più: è un auspicio, peraltro in momenti congiunturali complessi. Qualche semplice confronto con il Centro-Nord Italia dà l’idea di come la vitivinicoltura calabrese possa essere paragonata a una lussuosa “bomboniera”. Il prosecco Doc nel 2024 ha certificato 660 milioni di bottiglie da 0,75 litri. Il Delle Venezie Doc ben 228 milioni. L’Emilia Igt 120 milioni. Ecco quindi che il prossimo Vinitaly Sibari dovrà essere vissuto, ancora più dell’anno scorso, come un’occasione straordinaria per parlare al mondo di Calabria, partendo certo dal vino, ma spiegando che un tuffo nell’Enotria-Magna Grecia non si misura in milioni di bottiglie, ma in sensazioni uniche e irripetibili!