La protesta davanti a Palazzo Diana segna una tappa cruciale per la difesa della dignità professionale degli operatori sanitari. Un momento storico in cui il personale infermieristico e le professioni sanitarie scendono in piazza per dire basta a un sistema che ha tradito. «Essere presenti al sit-in di oggi davanti a Palazzo Diana non è soltanto un atto simbolico. È la risposta concreta di chi non si arrende. Di chi sceglie di esserci, nonostante tutto e tutti, per dimostrare che il desiderio di un futuro diverso – giusto, pulito, leale – è più forte della delusione, dell’indifferenza e della rassegnazione. È una giornata importante, e lo sarà perché c’è in gioco molto più di un contratto o un’indennità: c’è la possibilità di rompere un meccanismo che non funziona più. Non si è più disposti a legittimare un sistema opaco, né a fidarsi di chi tradisce alla prima curva». Questo il messaggio di oltre cento infermieri e sanitari della Nursing Up.

«E chi deve capire capisca» è il grido di chi non accetta più il compromesso al ribasso. Di chi vuole aprire, insieme, una stagione nuova fatta di lealtà, verità, coerenza. Una stagione in cui la parola data conta e l’interesse della comunità torna al centro. «Non è più il tempo della convenienza. Non si può fingere di essere indipendenti quando parla chi non ci piace, e poi svendersi quando il padrone ci sembra più vicino. Questo è opportunismo, e oggi serve coraggio, non complicità».

«Siamo qui oggi perché abbiamo rotto le relazioni sindacali con l’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria. Vogliamo dignità e rispetto, e non li abbiamo ricevuti. Né economicamente né professionalmente» denuncia Roberto Cetina, Coordinatore Provinciale del Nursing Up Reggio Calabria.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Una risposta inaccettabile arrivata dal direttore durante la riunione del 28 giugno, che ha definito una nota sindacale «carta straccia», suggerendo di usarla «per pulirsi al cesso».

«Questa è la considerazione che hanno per il sindacato e per i lavoratori. Dopo tante promesse, nulla è stato mantenuto. Siamo fermi ancora a performance del 2018, 2019, 2020, 2021, 2023, 2024… e oggi ci ricattano: se parliamo, non ci danno neanche il 2023. È una gestione dittatoriale e medico-centrica. Il comparto non ci sta più».

«Oggi siamo qui a manifestare perché nella Asp di Reggio Calabria la situazione è gravissima. Da mesi denunciamo il mancato rispetto del contratto nazionale, l’assenza di un contratto integrativo aziendale, e il totale silenzio sulle dotazioni organiche» spiega Stefano Sisinni, Segretario Regionale del sindacato Nursing Up. I temi sono tanti e pesanti: niente piano per affrontare l’emergenza estiva; nessun confronto serio sulle carenze di personale; migliaia di infermieri e centinaia di ostetriche mancanti in tutta la Calabria; personale OSS assegnato in modo non trasparente, senza alcuna informativa. «È ora di denunciare apertamente questa gestione. Noi non ci stiamo più».