Nonostante l’importanza e l’attualità della materia, nel Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria la sicurezza sul lavoro è diventata oggetto di convivio. Lo dimostra un documento ufficiale firmato dal dottor Alessio Rosato, dirigente incaricato delle funzioni di datore di lavoro, e dalla commissaria straordinaria della stessa azienda ospedaliera, Tiziana Frittelli. Con tono istituzionale e riferimenti al Decreto legislativo 81/2008, il testo, di cui siamo entrati in possesso, convocava per il 22 luglio scorso una riunione conclusiva del corso di formazione per dirigenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Una convocazione formale, inviata a direttori sanitari, responsabili di unità operative e funzionari aziendali. Ma la sede dell’incontro – come indicato nel documento – non era un’aula dell’ospedale né una sala pubblica. Il luogo scelto era un noto ristorante di Gallico Marina, noto per i suoi piatti a base di pesce, il polpo arrosto, i paccheri con tonno fresco e la grigliata di mare. Un posto più adatto a una cena fra amici che a un evento di formazione obbligatoria.

La convocazione per la formazione dei dirigenti del Gom in un ristorante di Gallico

Formazione al ristorante con musica dal vivo

I partecipanti, una cinquantina tra primari, dirigenti e funzionari del Gom, si sono ritrovati al ristorante nel tardo pomeriggio. Della lezione prevista non s’è vista traccia: nessuna relazione, nessuna esposizione teorica, nessun approfondimento normativo. Al suo posto, un lungo pasto accompagnato da musica dal vivo e performance canore, tra cui l’esecuzione della celebre “Non amarmi”, di Aleandro Baldi e Francesca Alotta, intonata dal responsabile della sicurezza insieme alla moglie che è dirigente scolastica e col Gom non ha alcun rapporto. La serata era stata preceduta dalla consegna degli attestati di partecipazione, distribuiti personalmente dalla commissaria Frittelli, che secondo alcune testimonianze avrebbe accompagnato la cerimonia con encomi solenni rivolti ad alcuni primari più per scelte di simpatia che per le evidenze dei dati.

Tutti a casa senza passare dalla cassa

La domanda che sorge spontanea è chi abbia pagato il conto della cena. Nessuno dei presenti, stando alle testimonianze raccolte, si è fermato a saldare. Il gruppo ha lasciato il locale tra sorrisi, saluti e scambi di foto, ma senza passaggio dalla cassa. È stata l’Azienda ospedaliera a coprire la cena? Le competenze sulla sicurezza necessitavano di un supplemento nel settore enogastronomico? Esiste una delibera di spesa oppure la cena è stata offerta da qualcuno? In tal caso, in quale veste e con quali motivazioni?

Il documento, dal tono formale e regolamentare, richiama agli obblighi formativi previsti per i dirigenti. Ma il contrasto tra il contenuto giuridico del testo e l’esito effettivo della convocazione solleva interrogativi di peso. La formazione obbligatoria può esaltarsi in una cena con vista mare e sottofondo musicale? Può essere considerata valida, ai fini di legge, una riunione senza contenuti formativi, priva di verbali e svolta in un contesto privato?

Questione di opportunità

A Reggio Calabria c’è un precedente curioso. Nel 2022 un uomo affittò dal Comune il Castello Aragonese per organizzare la festa di diciottesimo compleanno del figlio, presentando l’evento come “manifestazione culturale” per ottenere la disponibilità del bene pubblico. Anche in quell’occasione, l’equivoco tra utilizzo istituzionale e iniziativa privata sollevò polemiche e richieste di chiarimento.

La vicenda del ristorante di Gallico rischia di rientrare nella stessa logica, quella di una pubblica amministrazione che stenta a distinguere la funzione dalla promozione personale, il dovere dal decoro, la formazione dalla ristorazione. In un contesto sanitario molto debole, dove spesso mancano strumenti, personale e risorse per garantire servizi essenziali, episodi come questo pongono una questione di opportunità, ancora prima che di legalità. E lasciano un retrogusto amaro. Non per il pesce servito, ma per la disinvoltura con cui si confonde la sicurezza con il passatempo, l’ufficialità con l’intrattenimento, la responsabilità individuale con l’applauso collettivo. È questa la Calabria straordinaria che punta sul merito?