La polemica

La situazione è… grammatica: lo scivolone del Comune su “Vibo Capitale Libro” e la pezza dell’ultimo minuto

Le scritte luminose allestite nelle aiuole delle rotonde cittadine mancavano della preposizione articolata "del" facendo apparire grossolano il messaggio promozionale soprattutto perché riferito a un evento culturale

di Enrico De Girolamo
10 ottobre 2021
10:32
La rotonda all’ingresso di Vibo
La rotonda all’ingresso di Vibo

I social se ne erano accorti subito e nelle ore scorse un utente del gruppo Facebook “Sei di Vibo Valentia se…” avvertiva: «La situazione è grammatica». Perché le ciambelle, da queste parti, non riescono mai col buco, e anche se le cose si fanno, si fanno male, in maniera raffazzonata, alla carlona.

I fatti. Da qualche giorno, le rotonde stradali del capoluogo vibonese, che negli ultimi anni sono spuntate come funghi ai principali incroci cittadini, sono state agghindate con un’istallazione luminosa che nelle intenzioni vuole promuovere la proclamazione, avvenuta nel maggio scorso, di Vibo Valentia capitale italiana 2021 del libro.


Tralasciando il fatto che sembra realizzata con le luminarie delle feste di paese, ciò che lascia decisamente perplessi è (era) la sintassi della scritta che le lucine formano: “VIBO CAPITALE LIBRO”. A quanto pare, la preposizione articolata “del” in un primo momento è stata ritenuta superflua, un orpello di cui si poteva decisamente fare a meno, risparmiando led e spazio.

Ma quel VIBO CAPITALE LIBRO suonava così sgrammaticato e grossolano, soprattutto perché riferito a un evento letterario, da vanificare ogni buona intenzione. Così il Comune è corso ai ripari, per ora almeno con riguardo all’istallazione più grande, quella posizionata all’ingresso della città, sull’aiuola della rotonda nuova di zecca che chissà quando servirà per incanalare il traffico verso il nuovo ospedale, semmai un giorno ci sarà.

Qui, ieri, ha fatto la sua comparsa la preposizione articolata perduta (le altre rotonde, invece, attendono, come quella di piazza San Leoluca nella foto a sinistra). E anche se l’effetto, come si vede nell'immagine in alto, è quello di una pezza messa all’ultimo momento per rimediare (i caratteri sono più piccoli e il colore dei led leggermente diverso), è sempre meglio di quello che si leggeva prima.

Anche perché, se Palazzo Luigi Razza non fosse intervenuto, si sarebbe dovuto rimodulare il linguaggio dell’intera campagna, che avrebbe finito per suonare più o meno così…:
“Tu viene dai! Tu visitare Vibo Capitale Libro. Bella Vibo, noi qui tutti leggere mentre guardare mare e grandi pascoli Poro. Facile arrivare. Dopo Salerno sempre dritto. Tu prende lunga strada piena sempre cantieri. Oppure prende grande uccello di ferro, vola fino Lamezia poi chiama amico che viene prendere te. C’è anche lungo ciuf ciuf. Tu arriva Vibo Pizzo poi sempre chiama amico che viene prendere te. Dai! Tu visitare Vibo Capitale Libro. Noi aspettare te. Quando tu arriva, subito capito arrivato perché a grande rotonda ospedale fantasma tu leggere: VIBO CAPITALE (del) LIBRO”.

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