Invito alla pace

Lamezia, la comunità ucraina scende in piazza per ringraziare la Calabria dell’accoglienza

VIDEO | La raccolta viveri e medicinali va avanti senza soluzione di continuità e in città arrivano sempre più profughi accolti dalla macchina organizzativa messa insieme da Comune, Caritas e Chiesa ucraina

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di Tiziana Bagnato
27 marzo 2022
07:00

Parte dall’associazione Svitanok che con con la sua raccolta di alimenti, indumenti e medicinali ha dato il via alle iniziative di solidarietà di Lamezia Terme, la manifestazione per la pace in Ucraina che ha animato l’isola pedonale della città. Tanti gli ucraini accorsi, da coloro che già abitavano nella città della Piana, 300 circa, a coloro che sono arrivati come rifugiati immediatamente accolti dalla Caritas e dal Comune in un lavoro a più mani che proseguirà anche nelle prossime settimane destinando importanti spazi proprio ai nuovi profughi in arrivo.

Canti, esibizioni con strumenti musicali, lettura di poesie davanti ad una enorme bandiera ucraina tenuta a più mani e ad un pesante silenzio. Occhi lucidi tra le donne e gli uomini ucraini, dopo giornate trascorse ad aggiornarsi sul conflitto temendo sempre di ricevere una telefonata con cattive notizie.


Una manifestazione ristretta ma dal forte valore simbolico quella che si è svolta a Lamezia e a cui hanno preso parte anche i sindaci o i delegati dei comuni del Lametino per raccontare quanto si sta facendo in queste settimane con l’augurio che presto tutto diventi solo un brutto ricordo.

I racconti dei rifugiati

Tra i rifugiati c’è chi descrive il suo limbo, le giornate trascorse con il controllo compulsivo di tv e giornali e la nuova vita dei bambini che grazie alla scuola hanno ritrovato una parvenza di normalità. Ringraziano gli insegnanti per la particolare premura con la quale stanno accogliendo i piccoli e tenendo in considerazione le loro difficoltà con la lingua e lo “strappo” con il quale hanno lasciato il Paese.

Raccontano di come bastino coetanei e giochi per fare sorridere i bambini. Per gli adulti è più difficile, è un dolore che consuma il loro, si vede dai volti riconoscenti ma turbati. C’è chi ha perso la casa, chi ha un figlio in guerra e mentre qui fa la badante vive attaccata ad un cellulare. Un dramma enorme che ha stretto in un pugno la comunità ucraina e che si spera possa presto finire.

 

Giornalista
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