Orgoglio di Calabria

Lo chef calabrese Antonio Biafora premiato come “sorpresa dell’anno della guida di Identità golose 2021”

Il giovane di San Giovanni in Fiore si afferma sempre più come uno dei migliori giovani talenti della cucina italiana. Il suo exploit alla kermesse di Milano

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di Franco Laratta
28 settembre 2021
10:40
Antonio Biafora
Antonio Biafora

Lo chef Antonio Biafora del ristorante Hyle a San Giovanni in Fiore (Cosenza), premiato come “Sorpresa dell’Anno della Guida di Identità Golose 2021”, si afferma sempre più come uno dei migliori giovani chef d’Italia. Biafora è stato ospite di “Identità Golose” di Milano, per due cene alla vigilia di un importante congresso nazionale, il 23 e 24 settembre. Il 25 Antonio è stato relatore al congresso.

Lo chef ha narrato, in quattro portate, una Calabria che dal punto di vista gastronomico è veramente superba, ineguagliabile, ricca di piatti straordinari e di chef di grande talento. La sua prova è stata apprezzata e convincente. Una sfida non facile per il giovane Antonio Biafora, nel cuore di Milano. Sono giovani e dinamici gli chef che stanno cambiando il volto della Calabria, puntando all’innovazione ma tenendo il cuore nella migliore tradizione. Giovani chef che stanno affrontando la crisi provocata dal Covid con coraggio e tanta forza di volontà.


Giovani chef stellati, ma anche quelli non stellati, hanno fatto della nostra cucina una delle migliori d’Italia. Tanto che nel 2017 questo viene certificato da una rivista americana, mentre contemporaneamente la stellata Caterina Ceraudo viene premiata da Michelin come migliore chef donna d’Italia. Nel cuore della Sila grande, Antonio Biafora ha saputo approfittare del momento più duro della pandemia, per presentare nuovi progetti, nuove idee, nuovi piatti. Una vera e propria sfida che si è concretizzata nella sua creatura: Hyle. Riuscendo ad ottenere riconoscimenti importanti, mentre tutto attorno era chiuso, fermo, invaso dalla terribile pandemia.

Antonio Biafora è figlio d’arte

Ed è merito suo, ma non solo suo. Il nonno Antonio cominciò circa mezzo secolo fa in periferia di San Giovanni in Fiore, alle porte dell’Altopiano silano. Una piccola struttura, «lui era un po’ ristoratore, un po’ falegname, un po’ idraulico, un po’ muratore». In cucina c’era la moglie Serafina, che preparava i piatti della tradizione calabrese, semplici ma buoni. Nacque l’hotel, e arriva a dare una mano determinante Giuseppe, il papà del giovane chef Antonio. Lui è certamente l’artefice di tutto quello che sarebbe accaduto. La struttura cresce, il successo anche, lavori e sacrifici cominciano a dare i loro frutti.

Agli inizi degli anni Duemila arrivano a rafforzare le truppe i giovanissimi Antonio e il fratello Luca. Ed è qui che inizia il grande salto di qualità: con una bella e ricercatissima Spa. E siamo al resort di successo che forse nemmeno nonno Antonio immaginava. Adesso l’Hyle, quello che nessuno si aspettava. Forse l’unico in Calabria. Antonio ha una strada importante da percorrere. Con impegno e senza montarsi la testa. Come la sua famiglia gli ha insegnato.

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