La manifestazione

Maria Chindamo, a Limbadi il ricordo a sei anni dalla scomparsa: «Non è stata messa a tacere»

VIDEO | Il fratello Vincenzo al termine della manifestazione organizzata nel centro Vibonese: «Oggi la risposta della Calabria libera c’è stata»

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di Redazione
6 maggio 2022
16:50

«Quella odierna è stata una giornata straordinaria perché seppur nel dolore nel dover parlare e ricordare la tragica scomparsa di mia sorella Maria, aggredita, malmenata, rapita e probabilmente data in pasto ai maiali, oggi la risposta della Calabria libera c’è stata». Così Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, al termine della manifestazione organizzata a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, per ricordare la commercialista e imprenditrice di Laureana di Borrello, rapita e scomparsa la mattina del 6 maggio 2016.

«Maria è stata uccisa perché si voleva imporre il silenzio ad una donna libera, ma oggi abbiamo la risposta più nobile da parte di tutta la comunità: cittadini, studenti, lavoratori, la chiesa, le istituzioni, tutti uniti per dire che Maria non è stata messa a tacere e c’è la parte buona della Calabria che reagisce. Anche un gruppo di turisti da Milano si è unito a noi per chiedere verità e giustizia per Maria. Se è vero che solo una minima parte delle vittime innocenti della criminalità trova giustizia – ha concluso Vincenzo Chindamo – vuol dire che lo Stato deve fare di più ed occorre liberare le risorse affinché questo territorio abbia uomini e mezzi per fare le indagini».


Da ricordare che nell’immediatezza della scomparsa, avendo i carabinieri rinvenuto solo l’auto di Maria Chindamo dinanzi al cancello dell’azienda agricola di Limbadi con lo sportello aperto e macchie di sangue sparse intorno (segno evidente di un’aggressione), l’allora procuratore di Vibo, Mario Spagnuolo, ed il pm Concettina Iannazzo avevano fatto perquisire dai carabinieri – con l’aiuto dei cani molecolari giunti dalla Questura di Palermo – un’azienda agricola a Rosarno di proprietà dei familiari del marito di Maria Chindamo (Ferdinando Pontoriero), suicidatosi il 6 maggio 2015 dopo aver avviato le pratiche di separazione dalla moglie. Le ricerche, estese pure ad altri terreni, non hanno però dato sinora alcun esito. La scomparsa di Maria Chindamo ha avuto sin da subito vasta eco nazionale e diverse sono state le pubbliche manifestazioni di vicinanza alla famiglia che non ha mai smesso di chiedere verità e giustizia per Maria. Le indagini non hanno portato al momento ad individuare gli autori della scomparsa.

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