Studenti che si sono rifiutati di sostenere la prova orale dell'esame di maturità: due casi a Padova, uno a Treviso e l'ultimo a Firenze. Cambia la forma, ma non lo sostanza. Tutti e quattro hanno giustificato la propria scelta davanti alle commissioni affermando di voler protestare contro "il sistema" che non premia il merito ed esaspera la competitività.

Antonello Giannelli, presidente dell'associazione nazionale dei presidi, ha affermato che quegli studenti, in realtà, fossero soltanto alla ricerca di «visibilità mediatica» e che non aspirassero ad «ottenere un voto alto all'esame». Sul caso abbiamo sentito Aldo Trecroci, fino a quest'anno preside del liceo scientifico "Scorza" di Cosenza.

Condivide le affermazioni del presidente dell'associazione nazionale dei presidi Antonello Giannelli?

Non credo che si tratti di una moda oppure della volontà di accontentarsi della semplice sufficienza. A mio avviso, la protesta dei quattro studenti che hanno deciso di non sostenere la prova orale dell'esame di maturità scaturisce da una motivazione più che valida.

Si spieghi meglio…

Condivido l'ansia degli studenti di essere giudicati dalla commissione esaminatrice in modo non equo e valido. Le valutazioni dei commissari sono senz'altro soggette ad errore. Ogni alunno, nel momento in cui si accinge a sostenere una prova, dovrebbe avere la certezza che la persona chiamata a giudicarlo abbia tutti gli strumenti e le competenze adeguati per valutare al meglio i candidati. Detto questo, rinunciare all'orale non è la soluzione.

Quindi gli studenti dei licei di Padova, Treviso e Firenze hanno perso un'occasione importante?

Sono convinto di sì. Sottoporsi a un esame è il primo passo importante verso la vita adulta, l'università e il lavoro. La vita è fatta di prove da superare. La tensione tipica di ogni esame deve essere trasformata da emotiva in propositiva.

Il ministro Valdidara ha fatto sapere che, dall'anno prossimo, gli studenti che rifiuteranno di sostenere l'esame orale saranno bocciati e che ogni singola prova dovrà prevedere un voto minimo.

L'attuale normativa prevede che gli studenti del triennio possano raggiungere fino a quaranta crediti riferiti all'intero percorso scolastico. Per le due prove scritte sono previsti fino a venti crediti ciascuna. Altri venti per l'orale. Lo studente che raggiunge sessanta crediti è certo della promozione, a prescindere dal colloquio finale con la commissione. All'università, puoi prendere un voto altissimo ad una prova scritta, ma se poi non superi l'orale, l'esame non lo passi. Esiste inoltre una discrasia con le regole che stanno alla base dei concorsi, dove l'idoneità non si ottiene se il candidato non supera tutte le prove. Questo significa che la proposta di Valditara non è per nulla campata in aria. Inoltre, se uno studente non si presenta all'orale viene bocciato, ma se decide di fare scena muta prende soltanto zero crediti e la sua promozione non è a rischio.

Preside Trecroci, se fosse stato in una delle commissioni davanti alle quali gli studenti si sono rifiutati di sostenere l'esame orale, come avrebbe reagito?

Personalmente, avrei cercato di convincere questi ragazzi spiegando che ogni esame rappresenta un'occasione di crescita, ma alla fine avrei rispettato la loro scelta. Poi, mi lasci dire che anche la scuola ha le proprie colpe: bisognerebbe dare più importanza ai contenuti e meno alle valutazioni. I voti sono importanti, ma un voto in più o in meno non fa la differenza. A scuola, come nella vita.