Una reunion di talent show, con qualche outsider per non farci sentire in colpa. Come diceva quel verso di Ti amo di Umberto Tozzi, scritto per lui da Giancarlo Bigazzi? “Primo Maggio, su coraggio…”. Assolutamente opportuno per prepararsi all’orgia di pop italico che ci aspetta, perchè il cast del cosiddetto Concertone sembra più che altro l’afterparty di un Sanremo qualunque

Anzi, meglio: un talent show nazionale che ha riunito ex concorrenti e vincitori di Amici, X Factor e Sanremo Giovani. Tra i 50 artisti in scaletta, solo Le Bambole di Pezza, Brunori Sas e pochi altri nomi sparsi si salvano dall’omologazione musicale. Il resto? Muzak come se piovesse, confezionata con cura e venduta come “musica per giovani”. Ma quella alternativa, una volta portabandiera dell’avvenimento, dov’è finita? Boh, sarà in smart working. L’Italia ha chiaramente deciso: o canti d’amore in autotune o non esisti.

I nomi in scaletta: disimpegno ed eyeliner

Tra gli artisti che si alterneranno sul palco prepariamoci ad ascoltare:

Achille Lauro, in versione glam-rock-mistica-celestiale; Giorgia, voce divina ma sempre più hashtag emozionale che artista; Elodie, nel suo eterno divenire tra pop nostrano e divismo internazionale; Lucio Corsi, artista di talento ma apparentemente già inglobato e digerito dal “sistema” dell’industria musicale di casa nostra; Gabry Ponte, con il suo conclamato tormentone che, più che inno militante, suona come una marcetta da regime.

E poi ancora: Carl Brave, Leo Gassmann, Fulminacci, Franco126… insomma, un raduno di volti noti con la stessa capacità di sorpresa di una tombolata in famiglia.

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