Secondo l’analisi dell’Unione nazionale consumatori sui dati Istat, sette dei dieci maggiori rincari riguardano l’estate. Dalle spiagge ai noleggi auto, fino al gasolio, l’alta stagione diventa un salasso per chi parte
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
L’inflazione complessiva non fa paura, ma per chi è in vacanza il portafoglio sì. A luglio, secondo i dati Istat, l’indice dei prezzi al consumo è salito di appena lo 0,4% rispetto al mese precedente. Un numero che di per sé sembra rassicurante, ma che nasconde un effetto collaterale tipicamente estivo: le attività legate alle ferie hanno approfittato dell’alta stagione per ritoccare i listini verso l’alto, trasformando spiagge, campeggi e voli in un piccolo lusso per molti italiani.
A certificare la stangata è l’Unione nazionale consumatori, che ha passato al setaccio la rilevazione Istat e stilato la top 10 dei rincari di luglio. Il verdetto è chiaro: sette voci su dieci riguardano direttamente le vacanze, dimostrando che la bella stagione, tra ponti e partenze, è anche il momento in cui il caro-prezzi colpisce più duramente.
In cima alla classifica troviamo i pacchetti vacanza nazionali, cresciuti del 16% in un solo mese. Chi ha deciso di prenotare a luglio ha pagato molto più caro rispetto a chi si è mosso in anticipo. Al secondo posto ci sono villaggi, campeggi e ostelli con un balzo del 15%, mentre sul gradino più basso del podio compaiono le rilegature di testi e il download di ebook: un sorprendente +10,3%, frutto dell’aumento dei servizi digitali e di cartoleria.
Il caro vacanze però non si ferma qui. Al quarto posto la classifica segnala i voli internazionali, saliti del 7,7% rispetto a giugno. Una percentuale che si aggiunge ai rincari già esplosi per i voli nazionali, che segnano un incredibile +35,9% su base annua: un biglietto aereo, per chi resta entro i confini italiani, oggi può costare più di una tratta verso capitali europee.
Al quinto posto si piazzano le spese bancarie e finanziarie, cresciute del 4%. Ma al sesto torna l’estate pura: piscine, stabilimenti balneari e discoteche rincarano del 3,7%, confermando la tendenza già denunciata a inizio stagione da Federconsumatori e Assoutenti, che avevano stimato aumenti medi del 2,3% anno su anno.
Gli ultimi gradini della top ten estiva sono un mosaico di spese inevitabili per chi parte: trasporto marittimo +3,4%, gasolio +3,1%, noleggio auto in crescita. In pratica, non si salva nessuno: mare, montagna o città d’arte, la vacanza costa più di un anno fa, e soprattutto molto più di quanto racconti l’inflazione generale.
Per i consumatori si tratta di una doppia beffa. Da un lato, i listini delle attività stagionali seguono il calendario più che l’economia reale: prezzi stabili per mesi, poi un’impennata quando la domanda è al picco. Dall’altro, il rincaro colpisce soprattutto famiglie e giovani, le fasce più sensibili alle oscillazioni di prezzo di voli, campeggi e noleggi.
A completare la top ten ci sono infine voci meno “vacanziere”, ma comunque rivelatrici del clima inflattivo del mese: supporti per registrazioni audio e video +3,7%, e il gasolio per riscaldamento +3,3% al nono posto. Piccoli segnali di un caro-vita che, fuori dalla bolla delle ferie, continua a mordere in modo più silenzioso.
Per chi è già in viaggio, la fotografia di luglio ha il sapore di una conferma: l’estate 2025 sarà ricordata come quella della stangata, dove ogni spostamento, pernottamento o servizio ha chiesto un prezzo più alto. E la top 10 dei rincari disegnata dall’Unione consumatori racconta una certezza che molti vacanzieri hanno già provato sulla propria pelle: il sole d’agosto quest’anno scalda anche i conti correnti.