La lezione

Ucraina, come spiegare la guerra ai bambini: i consigli nel video di un ricercatore dell’Unical

Poche ma determinanti indicazioni offerte da Francesco Craig del dipartimento di Culture, educazione e società. Prima regola: non evitare di parlarne perché «il peggior modo di ricevere informazioni è proprio quello di non riceverle»

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di Mariassunta Veneziano
3 marzo 2022
08:20
Nel riquadro Francesco Craig
Nel riquadro Francesco Craig

È una specie di tutorial, un prezioso manuale condensato in poco più di tre minuti. A realizzarlo l’Università della Calabria, che a pochi giorni dall’attacco russo all’Ucraina ha diffuso sul suo canale YouTube un video per aiutare genitori e insegnanti ad affrontare con i bambini quello che sta avvenendo. Pochi ma determinanti consigli offerti da Francesco Craig, ricercatore di Psicologia clinica del dipartimento di Culture, educazione e società. «I nostri bambini e le nostre bambine non sono isolati dal sentir parlare di ciò che sta accadendo – dice –. È quasi impossibile tenerli lontani dalle informazioni e dalle immagini terribili della guerra in Ucraina».

L’istinto di protezione nei loro confronti spingerebbe a far finta di niente, a evitare di parlare con loro di un tema decisamente “da grandi”. Ma, spiega Craig, «il peggior modo di ricevere informazioni è proprio quello di non riceverle». Il rischio è quello che il bambino, percependo che c’è qualcosa di diverso dal solito, in assenza di informazioni «cercherà di colmare questo vuoto narrativo tramite dei pensieri che possono essere negativi e disfunzionali». Gli effetti possono essere diversi: difficoltà del sonno, distrazione, irascibilità o domande insistenti che prima non venivano poste.


Dunque, prepariamoci ad affrontare l’argomento con i nostri bambini. «Per comprendere temi come la guerra – spiega il ricercatore Unical – è importante aver raggiunto una buona capacità di astrazione e maturità emotiva. La guerra è un fenomeno molto lontano dal piano cognitivo ed emotivo dei bambini in età prescolare. Tuttavia possono esprimere delle curiosità su quello che sta accadendo. Per assecondare la loro curiosità dobbiamo rispondere alle loro domande e non alle nostre, dando delle informazioni brevi e chiare adattando il nostro discorso alle esigenze specifiche del bambino evitando allarmismi».

E senza divagare, avverte Craig. «Se il bambino pone una domanda su un aspetto particolare, bisogna concentrarsi su quello perché è ciò che desidera sapere, evitando di allargare troppo la quantità di informazioni. Sarà essenziale per i genitori rassicurare i propri figli senza ridicolizzare la loro preoccupazione e mantenendo un dialogo aperto».

Il ricercatore Unical pone l’accento sull’importanza di fare attenzione alle emozioni dei più piccoli. «È necessario – afferma – anche quando guardiamo o leggiamo delle notizie insieme ai nostri figli chiedere come si sentono o se hanno delle domande su quello che sta succedendo. Il primo punto sarà infatti quello di capire cosa sanno sull’argomento, che idea si sono fatti e quindi procedere analizzando insieme la situazione. Dobbiamo ricordarci però di impostare una discussione appropriata alla loro età senza minimizzare. Un buon metodo può essere quello di creare in diversi contesti educativi e a casa dei momenti in cui si analizzano insieme le notizie e soprattutto si lascia spazio alle loro domande».

Infine, i gesti concreti. Che possono essere utili ai nostri bambini ma non solo. «Si possono sentire più fiduciosi e sicuri se sanno che c’è qualcosa che possono fare per aiutare – dice Craig –. Anche un piccolo gesto come donare qualcosa a un ente di beneficienza può far molto per i nostri figli, aiutandoli a sentirsi in grado di fare la differenza anche in situazioni così complesse».

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