Nella cornice del Santuario di San Salvatore in Lauro Francesco Augurusa - presidente della Fondazione Antonio Emanuele Augurusa e vicepresidente vicario dei giovani imprenditori cristiani (Ucid) presenta il modello Virtus Lab quale esempio virtuoso e buona pratica di inclusione sociale e lavorativa giovanile alla presenza del ministro dellʼEducazione e del Merito Giuseppe Valditara, del ministro per la Famiglia, la Natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella e del sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Lucia Albano.

Un’occasione per approfondire il delicato dibattito pubblico attorno al tema dell’istruzione e dell’educazione giovanile nella complessità dell’epoca attuale. Ché, come ci suggerisce il messaggio di Papa Leone XIV nella giornata del 12 maggio: «Viviamo tempi difficili da percorrere che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo sfuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere alla mediocrità».

Con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa, di favorire la coesione sociale e livellare i divari territoriali, di orientare all’autoimprenditorialità, Virtus Lab si muove su un duplice binario: da un lato analizza i bisogni occupazionali delle imprese, dall’altro costruisce percorsi formativi professionalizzanti di upskilling o reskilling, completamente gratuiti, per formare inoccupati, disoccupati, persone in cerca di riqualificazione e trasformarle in figure professionali in linea con le richieste del mercato. Ad oggi Virtus Lab vanta più di 406.000 ore di formazione gratuita erogate e oltre 2000 persone inserite in azienda, un successo che ha trasformato concretamente la vita di tanti giovani disorientati e restituito loro dignità.

Lanciando un sentito appello all’azione e un invito alla cooperazione, Francesco Augurusa si definisce «un imprenditore anomalo, ho bisogno di pensare a come condividere il valore che creo ancora prima di crearlo» e si rivolge con queste parole ai ministri presenti: «Onorevoli ministri, il tempo delle sperimentazioni è alle spalle. Ora è il momento di agire, noi come privato organizzato siamo a disposizione. Sappiamo che il governo ha già fatto tanto sul tema dello skills mismatch, ma vorremmo metterci al servizio come Fondazione per costruire un patto pubblico privato che coinvolga anche la base ecclesiastica finalizzato ad investire sui ragazzi, sui giovani perché è da loro che parte la nostra rinascita».

All’incontro anche il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin che si è espresso invitandoci a leggere i segni del nostro tempo attraverso la lente della speranza, per assumerci il compito di promotori del cambiamento e adoperarci in definitiva al servizio del bene comune: «Quando la speranza è malata, i conflitti molto più facilmente deviano dalle vie del dialogo e dal negoziato per cercarne la soluzione attraverso il ricorso brutale alle armi. Operare per la speranza è ciò che ci rende operatori di pace, qui ed ora. Quelli di cui Gesù ha predicato la beatitudine di essere chiamati figli di Dio» concludendo «ed il cammino della speranza diventa al tempo stesso un cammino di pace».