Siamo entrati nel vivo della campagna elettorale che porterà la Calabria al voto il 5 e 6 Ottobre prossimo. Finora però il confronto ha offerto principalmente lo scontro tra due principali protagonisti candidati alla presidenza, Roberto Occhiuto per il centrodestra e Pasquale Tridico per il centrosinistra.

Proviamo a dare voce ai territori e ai candidati nelle liste di tutti gli schieramenti. Abbiamo selezionato sei candidati dell’area centrale, ed abbiamo fatto loro cinque identiche domande.

Ecco l’intervista al candidato Ernesto Alecci, lista Partito Democratico per Tridico Presidente.

Qual è stato l'elemento determinante che l'ha spinta a scendere in campo e candidarsi al Consiglio regionale? È soddisfatto del progetto messo in campo dalla sua coalizione?
«La candidatura odierna è certamente figlia degli ultimi quattro anni di attività e impegno in Consiglio regionale, dall’ottobre del 2021, tra i banchi del Partito Democratico. Anni in cui, dopo la lunga esperienza da sindaco, ho avuto modo di approfondire e conoscere meglio la macchina amministrativa per poter incidere con ancora più forza e consapevolezza sulle problematiche e le istanze dei nostri territori e contribuire a trovare le soluzioni più efficaci e durature. E dopo le due ultime legislature guidate dal centrodestra, oggi finalmente la coalizione di cui faccio parte si presenta alle urne compatta, unita, con la spinta di tutte le forze democratiche e progressiste che hanno trovato, in modo naturale, in Pasquale Tridico il nome giusto per condurre questa importante “battaglia” politica».

Lei è candidato in una circoscrizione che ha al proprio interno tre province, quali sono per lei le emergenze che questo vasto territorio dovrebbe affrontare per primo? Cosa ha trascurato maggiormente quest'ultima legislatura?
«Tre province e un territorio vasto e variegato che vive quotidianamente le emergenze che in fondo sono le emergenze di tutte le comunità calabresi, a cui in questi ultimi anni non sono state date le adeguate risposte. Certamente, in primis, la Sanità pubblica, quello che doveva essere il cavallo di battaglia del presidente Occhiuto si è rivelato il peggiore fallimento. I problemi, le inefficienze, i disagi sono sotto gli occhi di tutti. E poi i trasporti e le infrastrutture, il lavoro, il turismo, le politiche sociali. Sono stati anni di immobilismo dal punto di vista amministrativo. La Calabria che il presidente racconta sui suoi mezzi di comunicazione, non è quella che vedi andando in giro per i territori, incontrando e parlando con le persone e gli amministratori locali. Questa Calabria, la Calabria reale, fatta di strade interrotte, di gente che stenta ad arrivare a fine mese, di imprenditori che non riescono a remunerare i propri investimenti, di anziani e disabili dimenticati dalle istituzioni, ha bisogno di risposte immediate, attraverso leggi e azioni nuove e innovative, anche attraverso lo studio delle buone prassi di altre regioni. Questa Calabria non ha bisogno di video virali costruiti a tavolino».

Il dibattito politico si è immediatamente acceso su Sanità e Reddito di inclusione. La sua posizione su questi temi? Sulla Sanità, dal suo punto di vista, esiste un piano per renderla migliore? Oppure dobbiamo rassegnarci all'idea che questa vada sempre a peggiorare? Costruire ospedali non basta, così come dare la sola colpa ai predecessori.
«La Sanità calabrese, come dicevo, dopo 4 anni in cui l’ormai ex presidente Occhiuto ha avuto pieni poteri e poteri speciali, è totalmente allo sbando. Si allungano le liste di attesa, continua a salire la migrazione sanitaria, i Pronto Soccorso sono allo sfinimento e stracolmi di gente arrabbiata. E la cosa più triste è che alla rassegnazione della gente si aggiunge la frustrazione dei medici e del personale sanitario che non riesce più a portare avanti il proprio lavoro come vorrebbe fare, a cause delle grandi carenze in cui versa l’intero settore. Chi può scappa, pazienti, medici, infermieri. È una sconfitta su tutti i fronti. Ma non possiamo e non dobbiamo rassegnarci. La Sanità deve ripartire proprio dai medici e dai territori. Occorre trovare le soluzioni per rendere attraente venire o tornare a lavorare in Calabria, nei grandi ospedali, certo, ma anche in quelli più piccoli o quelli presenti nelle aree interne. Oggi chi vive in alcuni territori per fare una visita deve mettere in conto una giornata totalmente dedicata, con un parente o un amico che possa accompagnarlo. La medicina territoriale non esiste più, è stata smantellata, tutto, anche fare una semplice iniezione, in alcune zone è impossibile, se non a pagamento. Non parliamo delle visite specialistiche. In questi anni, in modo costruttivo, ho fatto tante proposte per il miglioramento della Sanità, come per esempio l’aumento delle borse di studio in Medicina fidanzate dalla Regione Calabria oppure l’inserimento di alcune malattie croniche nei Lea che oggi sono in vigore. Ma molte sono rimaste inascoltate, come il rafforzamento dei presidi di Guardia Medica e la Medicina territoriale, per esempio con la figura dell’infermiere di famiglia, lo snellimento del lavoro dei Ps, con la figura dell’infermiere di processo. Come in tutte le cose penso si debba partire dall’ascolto dei bisogni della gente e dalla viva esperienza di chi ogni giorno nelle corsie ci lavora. Così come per le misure di sostegno al reddito, che devono essere concepite come una delle soluzioni per un altro grande problema della Calabria, il lavoro. Nella mia vita ho sempre messo il lavoro davanti a tutto, e credo che queste soluzioni vadano accompagnate da un’adeguata riforma del mercato del lavoro, che possa davvero restituire la dignità e il futuro a chi per esempio è uscito dal mercato temporaneamente e per età o competenze non è più appetibile per le aziende, o per chi vuole iniziare a lavorare o mettere in piedi una propria attività».

Aree interne, trasporti e turismo che non decolla: una regione che appare divisa e con distanze evidenti al proprio interno. Dopo anni di tante parole per andare da Crotone a Vibo si impiegano ancora 4 ore e l'aeroporto principale non ha collegamenti adeguati. È solo una mancanza di visione o è da rivedere come non disperdere le risorse che creano infrastrutture? La sua opinione a riguardo.
«Con i miei collaboratori abbiamo fatto una simulazione per capire cosa dovrebbe fare un turista che sta a Soverato per visitare in giornata Tropea o viceversa, senza avere una macchina. Poco più di 100 km su strada e molto meno in linea d’aria. Il risultato? Pressoché impossibile con i treni e i mezzi a disposizione in orari normali. Per tornare nel luogo di partenza la sosta dovrebbe essere meno di un’ora con innumerevoli cambi. Così come difficilissimo per chi arriva all’aeroporto di Lamezia trovare un collegamento adeguato per le maggiori località turistiche o per i grandi centri. La Calabria ha grandi potenzialità e le risorse si possono trovare. In questi anni ho conosciuto tante persone e tanti Comuni che hanno investito in un turismo lento e esperienziale, destagionalizzato, tra sentieri, percorsi a due ruote, eccellenze gastronomiche, cantine… a queste persone occorre dare una vetrina in Italia e nel mondo, fare rete, creare collegamenti e dare vita ad una programmazione turistica che metta in risalto le diverse proposte in ogni mese dell’anno. Viviamo in una terra meravigliosa, dobbiamo solo darle la possibilità di esprimersi e farsi conoscere».

Quali saranno le istanze più rappresentative che lei porterà all'interno dell'assise regionale se dovesse entrare in Consiglio?
«In quattro anni, come detto, sono state fatte tante proposte da me e dal gruppo a cui appartengo. Ma tanto c’è ancora da fare… abbiamo iniziato alcune “battaglie” che devono essere combattute fino in fondo per il bene dei calabresi. Penso certamente alla Sanità pubblica, di cui abbiamo parlato diffusamente, al lavoro, ai trasporti, al turismo. Ma c’è da portare avanti anche un grande dibattuto relativo all’energia rinnovabile, mettere un punto fermo alla diffusione dell’eolico selvaggio che sta deturpando e inquinando interi territori e dare vita finalmente ad un piano regionale delle zone idonee. Forse non tutti sanno che ci sono centinaia di progetti di impianti eolici che stanno procedendo tra il vuoto normativo e il silenzio della regione Calabria. Il rischio reale è quello di trovarsi tra qualche anno circondati da questi mostri alti 200 metri sia su terra che per mare. E poi uno dei temi che mi sta a cuore da sempre, da quando ho iniziato a fare politica tanti anni fa: le Politiche sociali. Negli ultimi anni la Regione Calabria ha fatto pochissimo per le categorie più fragili che oggi si sentono abbandonate e isolate. Mi sono sempre battuto per il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali, il diritto allo studio, alla mobilità, alle cure, al sostegno. Grazie ad alcune mozioni da me presentate in aula, oggi abbiamo ottenuto qualcosina in più. Ma in una regione complicata come la nostra, chi deve curare e sostenere un anziano o una persona con disabilità vive quotidianamente delle difficoltà che a stento riusciamo a immaginare. Bisogna toccare con mano per capire davvero cosa vuol dire. Mi piacerebbe contribuire ancora a rendere la Calabria un posto dove queste persone possano dire di vivere bene. Sarebbe una grande vittoria per tutti, E qui, il colore politico o l’appartenenza ad un partito, lasciano il tempo che trovano».