ACCOLTO IL RICORSO DELLA DDA DI CATANZARO: AIELLO RISCHIA IL CARCERE. ULTIMA PAROLA AL TDL

Il senatore catanzarese, coinvolto nell’inchiesta anti-mafia Perseo, rischia di finire dietro le sbarre. La Cassazione dispone una nuova udienza del Tribunale della Libertà che dovrà ora decidere se accogliere o meno la richiesta d’arresto formulata dalla procura catanzarese
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21 maggio 2014
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CATANZARO - Incubo carcere per un altro senatore. Stavolta rischia di finire dietro le sbarre il calabrese Piero Aiello, ex assessore regionale, oggi inquilino di palazzo Madama in quota Nuovo Centro Destra, da qualche mese al centro delle cronache giudiziarie.

 


L’operazione Perseo. Il suo nome è infatti comparso nella ciclopica inchiesta Perseo, condotta dalla Dda di Catanzaro contro i Giampà di Lamezia Terme.  E nell’ambito di quest’indagine l’allora procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli aveva chiesto l’arresto. Provvedimento non eseguito per una serie di no pronunciati prima del Gip distrettuale e poi dal giudice del Tribunale della Libertà che aveva rigettato a sua volta l’appello della Procura.

 

Annullamento con rinvio. Ieri la Corte di Cassazione ha rimesso tutto in discussione annullando con rinvio la decisione adottata dal Tdl di Catanzaro accogliendo di fatto il ricorso formulato dalla direzione distrettuale antimafia che su questo punto non ha mai fatto passi indietro. Per la Procura il senatore Piero Aiello va arrestato e ora toccherà al Tribunale della Libertà, con una nuova udienza, mettere la parola fine al tam tam di sentenze e ricorsi, pronunciamenti e contro ricorsi.

 

Le accuse. Per l’accusa l’ex assessore regionale all’urbanistica, in occasione delle elezioni del 2010, aveva promesso l’affidamento di appalti per la fornitura di materiale alla Regione ai boss Giuseppe Giampà e Saverio Cappello in cambio di voti. Il Gip prima e il Tribunale della Libertà dopo aveva però ritenuto insufficienti gli elementi per disporre un provvedimento restrittivo così come richiesto dalla Procura.

 

Nuova udienza. Dopo la decisione della Cassazione, le cui motivazioni non sono state ancora depositate, la palla torna nelle mani dei giudici del riesame chiamati a valutare la necessità di eventuali esigenze cautelari nei confronti del senatore catanzarese.

 

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