Accusato di usura a Lamezia Terme, imprenditore edile torna in possesso dei suoi beni dopo 6 anni

Giuliano Caruso si è visto restituire tutto. Oggi la nuova pronuncia della Corte d'Appello. In precedenza la Cassazione aveva rilevato profili di illegittimità nel decreto di confisca 

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18 luglio 2020
18:07

Dopo sei anni è giunta al termine la vicenda giudiziaria che ha visto protagonista il noto imprenditore edile di Lamezia Terme, Giuliano Caruso. Nei suoi confronti erano stati pronunciati, rispettivamente dal gip del Tribunale di Lamezia Terme e dal Tribunale Misure di prevenzione di Catanzaro, due decreti di sequestro con cui l’imprenditore era stato spogliato di tutti suoi beni immobili - numerosi appartamenti ed appezzamenti di terreno e beni mobili.

L'accusa di usura

La ragione su cui si fondava il sequestro dei beni risiedeva nel rinvio a giudizio che, nel frattempo, era stato disposto nei confronti dell’imprenditore per il delitto di usura. In particolare, si riteneva Giuliano Caruso responsabile di avere sottoposto ad usura il socio di una sua impresa.


 

Celebratosi il processo con le forme del rito abbreviato, l'imputato veniva condannato alla pena di 3 anni di reclusione e veniva disposta la confisca di tutti beni precedentemente sequestrati. Stesso provvedimento di confisca veniva pronunciato, nel frattempo, dal Tribunale Misure di Prevenzione di Catanzaro.

L'assoluzione 

Giudicato in secondo grado per il delitto di usura, la Corte di Appello, su conforme richiesta del procuratore generale, assolveva Caruso per insussistenza del fatto, disponendo la restituzione di tutti beni precedentemente confiscati. La sentenza di assoluzione e di revoca della confisca è oggi definitiva.

 

Il decreto di confisca disposto in sede di prevenzione, invece, veniva confermato dalla Corte di Appello di Catanzaro, e per tale ragione impugnato in Cassazione. La Corte di Cassazione annullava, con rinvio alla Corte di Appello di Catanzaro, il decreto di confisca ravvisando molteplici profili di illegittimità.

Profili di illegittimità

Da qui il giudizio di rinvio celebratosi davanti alla Corte di Appello e concluso, oggi, con l’annullamento del decreto di confisca e la restituzione di tutti i beni a Giuliano Caruso. Da segnalare una requisitoria del procuratore generale della Corte di Cassazione che, già tre anni fa, segnalava profili di illegittimità del decreto di confisca.

 

Oggi l’imprenditore lametino è tornato nel pieno possesso di tutti i suoi beni e gode della definitività di una sentenza assolutoria per insussistenza del fatto di usura a lui, in un primo momento, contestato.

In tutti i gradi di giudizio ed in tutte le sedi giudiziarie Giuliano Caruso è stato difeso dagli avvocati Francesco Gambardella ed Antonio Larussa.

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