Nessuna violazione

Accusò Gratteri di averlo messo “alla gogna”, ora il Csm boccia l’esposto di Nicola Adamo

La prima commissione del Consiglio superiore della magistratura ha archiviato la denuncia che il politico dem aveva presentato nei confronti del procuratore di Catanzaro all'indomani delle sue dichiarazioni alla stampa nell'ambito dell'inchiesta Lande desolate

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di Antonio Alizzi
5 febbraio 2022
14:28
Da sinistra, Adamo e Gratteri
Da sinistra, Adamo e Gratteri

La prima commissione del Csm ha archiviato l'esposto di Nicola Adamo, uno dei politici più influenti del Pd calabrese, contro il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri. Denuncia che l'esponente democrat presentò a seguito di alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa da Gratteri, nell’ambito dell'indagine Lande Desolate, dove lo stesso Nicola Adamo, insieme alla moglie Enza Bruno Bossio e all’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, erano indagati per corruzione. Da questo processo Oliverio, Adamo e Bruno Bossio sono usciti rispettivamente con un'assoluzione con formula ampia e due proscioglimenti. A Nicola Adamo, tuttavia, rimangono due processi: Rinascita Scott e Passepartout.

Nel giugno del 2019, infatti, l'ex vicepresidente della Giunta Loiero, lamentava il fatto di essere stato giudicato colpevole prima ancora che si fosse celebrato il processo, ritenendo che la “gogna mediatica”, avesse leso la sua immagine, all'indomani della pubblicazione degli atti sia di Lande Desolate che di Passepartout. Nicola Adamo affidò ai suoi legali una dichiarazione. «L’informazione pubblica che i magistrati inquirenti svolgono sulle attività di indagine deve sempre rispettare il principio di presunzione di non colpevolezza e la dignità dei soggetti coinvolti, ormai patrimonio condiviso, anche in ambito europeo. Le recenti modalità di comunicazione che hanno caratterizzato la “presentazione” dei procedimenti denominati Lande desolate e Passepartout mi hanno indotto a formalizzare un esposto nei confronti del procuratore Gratteri, indirizzato al presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, al procuratore generale alla Corte di Cassazione ed al procuratore generale alla competente Corte di Appello». Se all’epoca ci fosse stata la norma sulla presunzione d’innocenza, in vigore in Italia dal mese di dicembre, le due inchieste non avrebbero avuto un nome convenzionale. Dopodiché, ogni indagato, come recita la Costituzione, è innocente fino ad eventuale sentenza di condanna divenuta irrevocabile.


Nel comunicato stampa, inoltre, Nicola Adamo evidenziava come «questa mia doverosa iniziativa non ha nulla a che vedere con il merito della vicenda rispetto al quale, come sempre, non mi sottrarrò all'accertamento dei fatti per difendere la mia totale innocenza». E infine, «ho inteso inoltrarlo, dunque, al solo fine di tutelare i diritti e la dignità dell'indagato nel tentativo di contrastare gogne mediatiche conseguenti a suggestioni colpevoliste magari fondate su pregiudizi accusatori».

L'esposto è rimasto in seno al Consiglio Superiore della Magistratura per oltre due anni, visto che la pratica è presente nell'ordine del giorno del prossimo Plenum, previsto per mercoledì 9 febbraio. La questione è stata vagliata e analizzata dai consiglieri togati e laici della prima commissione, deputata a valutare se vi siano gli estremi per trasferire i magistrati. Nell’oggetto della denuncia, inoltrata anche alla Corte di Cassazione, alla procura generale presso la Corte di Cassazione e alla Corte d'Appello di Catanzaro, c’era la seguente contestazione: “Esposto del sig. Nicola Adamo, il quale si duole di alcune dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa dal dott. Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, così violando il dovere di riserbo incombente sui magistrati”.

La prima commissione, con la sola astensione del consigliere Cerabona, ha deciso di condividere la relazione del consigliere Celentano, proponendo l'archiviazione della pratica nei confronti del procuratore Nicola Gratteri, «non essendovi provvedimenti di competenza del Consiglio da adottare».

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