Aemilia, si chiude il processo per 148 imputati: chieste pene per oltre mille anni

Si è celebrata oggi la 195esima e ultima udienza del più grande procedimento mai celebrato sulle infiltrazioni della 'ndrangheta al Nord. Al centro del procedimento il boss di Cutro Nicolino Grande Aracri

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di Redazione
16 ottobre 2018
18:07
L’ultima udienza del processo Aemilia
L’ultima udienza del processo Aemilia

Un processo ciclopico incentrato sull’attività della ‘ndrangheta, soprattutto in Liguria. Il procedimento si è chiuso a Reggio Emilia, con la 195esima udienza. Considerato il più grande procedimento che si sia mai svolto al nord contro le infiltrazioni della criminalità organizzata, le accuse ruotano attorno ai legami stretti sul territorio dal clan di Cutro sorretto dal boss Nicolino Grande Aracri.

I giudici sono in camera di consiglio all'interno della questura di Reggio Emilia. Per la sentenza si dovrà attendere non prima di una settimane.


 

I numeri dell'inchiesta

L'operazione Aemilia scattò all'alba del 28 gennaio 2015, quando vennero arrestate 117 persone; 224 gli indagati. Il processo in abbreviato ha visto 60 imputati: 54 le condanne già arrivate in secondo grado; è attesa la Cassazione per la prossima settima. Il dibattimento, invece, è iniziato nell'aula bunker allestita ad hoc nel tribunale reggiano il 23 marzo 2016. Alla sbarra, 148 imputati; l'accusa ha chiesto pene complessive per oltre mille anni di reclusione.

 

Ventiquattro sono imputati contemporaneamente in un processo abbreviato che accorpa nuove contestazioni: si tratta di reati che sarebbero stati commessi dalle celle del carcere in cui erano detenuti, fino a marzo del 2018, favorendo l'associazione mafiosa. Sono quasi 20mila le pagine di intercettazioni rientrate nei faldoni, con 1.300 testimoni inizialmente convocati; si sono costituite 45 parti civili.

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