Agente aggredito in carcere a Cosenza: era intervenuto a soccorrere un detenuto che aveva ingerito delle lamette
La denuncia del Sappe: «Non è possibile che una persona trasferita da un istituto per una vicenda analoga venga assegnato in una struttura che non ha il reparto isolamento perché in ristrutturazione»
Un sovrintendente della Polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto di alta sicurezza assegnato alla casa circondariale di Cosenza. Lo rendono noto Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Ciccone, segretario regionale del sindacato, secondo cui il recluso «trasferito perché in un altro istituto aveva avuto lo stesso comportamento», avrebbe agito per futili motivi.
«Il detenuto - sostengono Durante e Ciccone - è stato assegnato al carcere di Cosenza malgrado il reparto isolamento, con sezione chiusa, fosse indisponibile, perché in ristrutturazione e non vi era disponibilità di camere singole. Il sovrintendente è dovuto ricorrere alle cure mediche ospedaliere. L'aggressione è avvenuta in serata, quando gli agenti avevano aperto la stanza per accompagnarlo in infermeria, poiché aveva ingerito delle lamette. Bisogna evidenziare la professionalità del personale di polizia che sapendo che si trattava di soggetto con disturbi psichiatrici, il quale aveva già posto in essere comportamenti aggressivi in un altro istituto, ha pensato bene di andare in cinque, davanti alla stanza del detenuto».
Per Durante e Ciccone «non è possibile che un detenuto che viene trasferito da un istituto perché ha aggredito un agente venga assegnato in una struttura che non ha la sezione chiusa, ex art 32 dell'ordinamento penitenziario, perché in ristrutturazione. Chiediamo quindi al capo del Dipartimento di verificare e se dovesse risultare vero quali siano state le dinamiche che avrebbero portato a tale inadeguata decisione. Ovviamente, chiediamo che simili inadeguate scelte vengano fatte in futuro, in situazioni analoghe».