Dati allarmanti

«All’ospedale di Reggio il 30% dei pazienti Covid muore contro il 7,9% a livello nazionale»: la Uil denuncia

VIDEO | Conferenza stampa del segretario Nuccio Azzarà che si appella direttamente al Prefetto chiedendo l'azzeramento dei vertici aziendali: «Reparti accorpati, mancanza di percorsi sicuri, pazienti e operatori sanitari esposti continuamente al contagio» (ASCOLTA L'AUDIO)

di Elisa Barresi
3 febbraio 2022
14:51

«La realtà che viene comunicata ai cittadini non corrisponde alla verità ed è meno rosea di quello che vogliono far apparire. Ed è questo il dato che salta più all’occhio, per noi il tasso di mortalità negli ultimi tre mesi è così alto che supera di gran lunga quello nazionale. Per noi il 30% rispetto al 7,9% che insiste in tutta la nazione è un dato allarmante. Parliamo del 30% di persone che muoiono in funzione di quelli ricoverati, in pratica su circa 400 pazienti covid che entrano 150 sono i deceduti. Questo è un dato assolutamente incompatibile con quello che può essere una struttura sanitaria anche dal punto di vista delle entrate dei pazienti che nel momento in cui superano le 100 unità mettono praticamente a soqquadro tutto quel poco di organizzazione che già in condizioni normali insisteva».

Questa è solo la punta dell’icerbeg delle denunce rese pubbliche questa mattina dal segretario della Uil Reggio Calabria Nuccio Azzarà che, proprio dalla sala conferenze del Grande Ospedale metropolitano, ha snocciolato dati relativi alla pandemia che non possono che far riflettere. E dalle parole del sindacalista emerge come anche la politica non abbia preso le dovute posizioni magari per evitare ulteriori restrizioni. L’emergenza non è mai stata così preoccupante e all’interno dell’ospedale reggino le difficoltà denunciate sono molteplici tante da portare i lavoratori a proclamare lo stato di agitazione, e a mancare dopo il trasferimento del commissario Jole Fantozzi, è proprio una figura di riferimento.


Vertici da azzerare

«Il Gom si è trovato nuovamente impreparato perché per governare dal punto di vista scientifico e manageriale cose di questa portata necessitano delle persone che abbiano dei livelli di competenza adeguati cosa che è mancato – ha confermato Azzarà -  noi da più di due mesi abbiamo la seguente situazione: il commissario del tempo l’ingegnere Iole Fantozzi è stata trasferita al Dipartimento e ci ritroviamo a governare la situazione con un commissario facente funzioni a mezzo servizio perché è più in sala operatoria a operare che sovrintende quelli che sono i compiti di governo dell’azienda. Non è una critica al dottor Costarella che è un professionista che merita stima ma che non può svolgere due ruoli così delicati ed è sacrosanto che si dedichi alla sua attività operatoria per dare risposte in termini di salute. Ma una nave in gran tempesta avrebbe necessità di un direttore, di un capitano fermo e competente e questa mancanza sta portando anche a una situazione emergenziale».

Racconti falsati

Quelle mostrate dalle Uil in conferenza stampa sono immagini che lasciano poco all’immaginazione. Reparti accorpati, mancanza di percorsi sicuri, pazienti e operatori sanitari esposti continuamente al contagio, la situazione documentata appare drammaticamente disperata. «Denunciamo una situazione – ribadisce Azzarà - così drammatica che va oltre di molto a quello che, invece, viene raccontato ai cittadini. Ma lo diciamo non per creare allarmismo o terrorismo psicologico ma per far capire che è arrivato il momento che non si può andare oltre, si devono assumere le decisioni necessarie che sono l’assunzione del personale, che non si può tenere un centro vaccinale all’interno dell’ospedale nelle condizioni nelle quali abbiamo fatto vedere, con code e assembramenti e senza percorsi di sicrezza, non si può tenere persone amputate nella stessa stanza con degenti di chirurgia toracica, non si può fare la CPap a  pazienti covid nel corridoio con gli effetti personali appoggiati per terra. Queste sono scene da terzo mondo». 

‘Ndrangheta e sanità

E oltre a richiedere l’azzeramento dei vertici aziendali la Uil fa emergere anche un problema di legalità chiedendo l’intervento del Prefetto e del Procuratore e di tutte le istituzioni che hanno il potere di intervenire per porre fine all’attuale stato. «Ci sono due ordini di problemi – ha concluso Azzarà - uno di tenuta della legalità all’interno di questo ospedale e uno è quello di carattere manageriale. È chiaro che noi ci rivolgiamo alle autorità competenti e chiediamo al Prefetto in qualche modo di determinarsi e porre in essere l’accesso agli atti all’interno di questa azienda perché ci sono tutte le condizioni che riguardano i concorsi, che riguardano il personale che chiaramente viene utilizzato e distratto dai propri compiti di istituto ma anche le denunce che sono state fatte dalla Uil e che hanno costretto qualche dirigente sindacale a spostarsi di luogo di lavoro per una sorta di difficoltà operativa e di vita. Sono le dichiarazioni che fanno gli stessi magistrati che dimostrano i punti di fusione esistenti tra il livello politico e la ‘ndrangheta, tutte le operazioni hanno dimostrato che la corruzione, questo fiume di denaro che scorre all’interno della sanità, è diventato un fatto di un appetito assoluto. Noi non vorremmo che la politica si fosse riappropriata della sanità solo per rientrare nella possibilità di avere un contenitore per attingere, per affari e per clientela e per voti politici perché altrimenti non ne usciamo».

Giornalista
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