Alto Tirreno, famiglie sul lastrico per colpa di maghi e fattucchiere

VIDEO | Ecco cosa succede quando disperazione e superstizione si incontrano. La testimonianza di un sacerdote al quale si rivolgono le vittime sotto ricatto di fantomatici operatori dell'occulto

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di Francesca  Lagatta
12 dicembre 2018
15:03

Non solo slot machine, giochi a premi, alcool e droga, le famiglie del Tirreno cosentino vanno in rovina anche a causa delle fatture, che no, non sono quelle fiscali troppo salate, ma quelle del “rituale magico o occulto, in forma di incantesimo, finalizzato a sottrarre o accrescere l'energia vitale di un individuo”. Anche se di questo fenomeno si parla molto poco, o niente.

L'input per la (quasi) scoperta è stata una notizia di alcuni giorni fa, in cui si annunciava il rinvio a giudizio di due soggetti, un italiano e uno straniero, che avevano compiuto degli strani riti fuori a un locale della periferia di Scalea. Cerimoniali di matrice cubana che alla fine prevedono lo sgozzamento di animali.


Di qui gli interrogativi circa l'esistenza di altri possibili riti, esorcismi o stregonerie varie. E' bastato fare un giro di telefonate a parroci del posto e fare una chiacchiera con qualche ragazzino, perché si aprisse ai nostri occhi un mondo di superstizione, intriso di disperazione e angoscia.

 

 

Le sedute spiritiche

Solitamente invoca le anime dei morti chi ha perso i propri cari e prova in tutti i modi a stabilire un contatto con l'al di là. Così, approfittando dello stato di disagio delle vittime, santoni, medium o presunti tali "parlerebbero" ai defunti estorcendo quattrini a non finire. Chi non può continuare a pagare, finisce nel vortice di minacce e vessazioni di questi ciarlatani. Tra questi, molte volte anche genitori depressi a causa della perdita dei figli.

Le cerimonie medianiche non sono però prerogativa di chi ha perso i proprio affetti, ma anche di ragazzini in cerca di emozioni e alla scoperta del mondo, che, ignari del pericolo si riuniscono in castelli, chiese sconsacrate o vecchie strutture abbandonate, per capire da qualche altra parte esista veramente un'altra dimensione.

 

Le fatture e i sortilegi

La tipologia di santone più gettonata è certamente quella dei sensitivi, cioè coloro che hanno, pardon, dicono di avere la capacità di "sentire" ogni cosa, dalle malattie ai pensieri che affollano la mente di ognuno. Costoro, sprezzanti del pericolo, si sostituiscono spesso ai medici, non solo "scovando" malattie con la sola imposizione delle mani, ma le curerebbero a forza di uova bollite, sali e inutilità simili.

A convincere le persone a fare visita a questi personaggi, non solo la salute precaria, ma anche le pene d'amore e gli insuccessi lavorativi, spazzati via, per finta, si intende, da pozioni magiche e talismani. Ma anche qui al centro di tutto c'è il denaro. Si parte da cifre piccole e abbordabili, fino ad arrivare a cifre esagerate, che se non vengono pagate scatenano l'ira del santone di turno, il quale, al fine di intimidire la vittima, prepara una "fattura", un incantesimo maligno che in teoria provoca sciagure e disgrazie.

 

 

La resa e la richiesta d'aiuto

Quando i debiti diventano insormontabili e non si può più far fronte alle richieste dei maghi, solitamente ci si rivolge ai parroci per cercare di "spezzare" l'incantesimo; raramente alle forze dell'ordine, per un profondo senso di vergogna.

 

La religiosità morbosa e la superstizione

Appare paradossale, ma tanto più è forte la religiosità di ognuno, tanto più è facile imbambolare le povere vittime, per un motivo piuttosto semplice: chi si rivolge a questi delinquenti crede di trovarsi di fronte a un apostolo del Signore, uno strumento attraverso il quale, appunto, interloquire con i morti e intercedere con Dio per ottenere le "grazie".

Altro elemento è la superstizione, ossia, l'insieme di “credenze o pratiche rituali proprie di società antiche e di ambienti culturalmente arretrati, fondate su presupposti magici e soprannaturali”. Quanto più sono profonde le lacune culturali, tanto più le persone, dicono gli studiosi, sono influenzabili.

 

Le confessioni di don Paolo Raimondi

Solitamente è lui che ascolta le confessioni altrui, ma per una volta ha fatto un'eccezione. Giuda spirituale della parrocchia di Marcellina, 39 anni, don Paolo Raimondi ha raccontato ai nostri microfoni quello che tutti sotto sotto sanno, ma che nessuno dice.

«Sì, è vero - ha detto il giovane prete -, ci sono numerose famiglie del posto che si recano da sedicenti maghi e rimangono vittime di vere e proprie estorsioni. Lo so perché poi qualcuno me lo racconta per alleggerirsi del peso che porta sulla coscienza, qualcun altro viene perché chiede aiuto. Ma io non sono un esorcista e tutto quello che posso fare è consigliare di pregare forte, di cominciare un percorso spirituale e ovviamente di denunciare i fatti alle forze dell'ordine».

Poi continua. «Mi portano degli oggetti da consacrare, a volte fogli scritti, mi parlano di capelli intrecciati, di pietre di sale e altre nefandezze. Arrivano qui casi disperati».

 

I finti uomini di Dio

Sull'alto Tirreno cosentino c'è chi dell'occultismo e cose simili ne ha fatto una ragione di vita, grazie agli ingannatori di professione che agiscono in nome di Dio. Storica è una setta, ritenuta dagli adepti un semplice gruppo di preghiera, che faceva capo a un tizio residente in un paesino dell'entroterra e che fino alla sua morte ha deciso vita, morte e miracoli delle esistenze altrui.

I seguaci, che lo consideravano una vera e propria istituzione, lo hanno difeso a spada tratta fino alla fine, nonostante l'assoluta mancanza di eventi soprannaturali o di inconfutabili episodi di veggenza.

Ma anche oggi che il santone non c'è più, questa terra controversa e amara che è il Tirreno cosentino, sembra non aver risolto i suoi problemi con l'ignoranza e la "magia".

 

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