L’allarme

Amministratori minacciati, Calabria tra regioni ad alto rischio: Cosenza provincia più colpita

Secondo le statistiche diffuse dal Viminale, nel 2020 si sono avute nel territorio bruzio 26 intimidazioni. Solo nell'area di Napoli si è registrato un numero peggiore (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Salvatore Bruno
29 luglio 2021
08:00
Il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci in videoconferenza con il Viminale
Il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci in videoconferenza con il Viminale

Nel 2020, in provincia di Cosenza sono stati registrati 26 atti intimidatori a danno di sindaci ed amministratori locali, in aumento rispetto ai 17 segnalati nell'anno precedente. Si tratta del secondo dato di maggior rilievo su scala nazionale, dietro quello della provincia di Napoli dove gli episodi denunciati sono stati 33.

Il report del Viminale

La statistica emerge dal report compilato e diffuso dal Ministero dell'Interno, nel quale compaiono pure i dati del primo semestre 2021, periodo nel quale sono stati compiuti 12 intimidazioni ai danni degli amministratori locali, quattro in meno rispetto al medesimo periodo del 2020. Su scala regionale, nel 2020 la Calabria è al quinto posto con 51 episodi, in calo rispetto ai 54 del 2019. Nel primo semestre 2021 sono già 30 le intimidazioni denunciate.


I dati in rapporto alla popolazione

Considerando il rapporto con la densità di popolazione, la Calabria è tra i territori più a rischio, avendo registrato 1,54 casi ogni centomila abitanti, a fronte di una media nazionale pari a 0,61. Solo il Molise, con una incidenza di 1,64 intimidazioni ogni centomila abitanti, ha una media peggiore.

Nell'occhio del ciclone

«I sindaci sono sempre più esasperati, a volte lasciati soli a gestire i propri territori - ha commentato il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci - Ecco perché è necessario ripristinare e rafforzare la solidarietà tra le istituzioni visto che troppo spesso non viene data la giusta importanza al ruolo dei sindaci, sempre più nell’occhio del ciclone non solo per minacce e atti intimidatori ma anche per le forti pressioni che ricevono».

Confronto con il Ministro

«I primi cittadini - ha aggiunto - non possono essere chiamati a rispondere di tutto ciò che accade nel proprio Comune, oggi invece il rischio di essere esposti penalmente per responsabilità non dirette è sempre più elevato. Serve maggiore collaborazione tra le istituzioni e una maggiore tutela anche dal punto di vista normativo». Iacucci ha partecipato in videoconferenza, in qualità di delegato dell'Upi, alla riunione dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori, alla presenza del Ministro degli Interni Luciana Lamorgese e al sottosegretario Ivan Scalfarotto.

Un fondo di solidarietà

«Condivido - ha detto il presidente della Provincia di Cosenza - la proposta di Giuseppe Falcomatà, delegato al Mezzogiorno di Anci, che ha chiesto un fondo di 10 milioni di euro per ripristinare i beni pubblici distrutti a seguito di intimidazioni ma anche per restituire un bene danneggiato di proprietà. Nell’analizzare i dati bisogna tener presente le motivazioni all’origine del fenomeno e i fattori che possono generare malcontento».

Rischio delegittimazione

«Ma non dobbiamo dimenticare una cosa fondamentale, i sindaci hanno un ruolo autorevole: sono Autorità di Governo nei propri territori ma troppo spesso vengono condannati prima ancora che si svolga un processo. Molte volte, soprattutto nelle realtà più piccole, vengono lasciati da soli. Dobbiamo garantire ai sindaci - ha concluso Iacucci - la giusta sicurezza, la tranquillità di poter svolgere il proprio mandato senza pressioni o delegittimazioni. Altrimenti diventerà sempre più difficile e rischioso svolgere l’attività di amministratore pubblico».

Giornalista
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