Bufera giudiziaria su Congesi, 10 indagati per falso in bilancio nel Cda del Consorzio idrico del Crotonese
Dopo le condanne sul crack di Soakro oggi nell'occhio del ciclone ci finiscono gli amministratori dell'ente che gestisce l'acqua di 14 comuni della provincia di Crotone
Questa volta sono ufficiali gli avvisi di garanzia della Procura, ancora guidata da Giuseppe Capoccia che presto andrà a guidare le inchieste di Lecce. La guardia di finanza ha notificato provvedimenti a tutto il Cda di Congesi, il Consorzio idrico che gestisce l’acqua di 14 comuni della provincia di Crotone a partire dal capoluogo di provincia. Sotto accusa una intera classe dirigente, dal presidente Claudio Liotti a tutti i componenti dei Cda dal 2016 a oggi, oltre che i revisori contabili ed il direttore amministrativo. Sono dieci in totale gli iscritti nel registro degli indagati per un Consorzio sotto accusa come Congesi, che d’altronde aveva evitato il concordato fallimentare qualche mese fa dopo le contestazioni di Sorical per debiti che provenivano anche dalla gestione Soakro, e che hanno ricevuto le comunicazioni dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle per indagini che incrociano comunque le condanne emesse qualche giorno fa dallo stesso Tribunale di Crotone per il crack di Soakro.
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Oggi infatti sotto accusa ci sono, come detto, il presidente della partecipata, Claudio Liotti, i consiglieri di amministrazione in carica Arturo Zizza e Maria Riccio, il revisore dei conti Damiano Falco ed il direttore amministrativo Michele Liguori, che appunto è stato condannato a 6 anni di carcere per il fallimento della vecchia Soakro. Ma coinvolti in questa inchiesta ci sono anche gli ex componenti del consiglio di amministrazione, Lucia Bossi (sorella dell’attuale assessore comunale della Giunta Voce, Luca), Vincenzo Capozza e Francesco Benincasa, oggi sindaco di Strongoli ed anche lui condannato a 2 anni di reclusione nel processo di cui sopra. Tra gli inquisiti di oggi spiccano anche Giovanbattista Scordamaglia e l'ex revisore contabile Maria Teresa Scerbo.
Quello che si appresta a diventare un vero e proprio cataclisma giudiziario, era stato comunque solo rimandato dai giudici della sezione civile del Tribunale di Crotone nel rigettare la richiesta di fallimento di Sorical, la Società di ricorse idriche calabresi controllata dalla Regione, ma solo per una interpretazione tecnica della configurazione dei consorzi di comuni. Scrissero allora i giudici, nelle motivazioni del rigetto della istanza di fallimento pur riconoscendo il debito monstre di oltre 25 milioni, che i Consorzi come Congesi sono da considerare a tutti gli effetti enti pubblici e quindi non possono fallire, anche se hanno debiti come quello di Congesi nei confronti di Sorical.
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