Emergenza idrica, l’appello disperato del sindaco di Tiriolo: «Non so che fare, la politica dov'è?»

Il primo cittadino del piccolo comune del catanzarese scrive una lettera aperta per denunciare una situazione insostenibile, chiedendo alla classe dirigente regionale di riappropriarsi del proprio ruolo
di Redazione
27 dicembre 2017
17:48
Tiriolo
Tiriolo

È un appello dai toni disperati quello di Domenico Stefano Greco, sindaco di Tiriolo, piccolo Comune in provincia di Catanzaro, alle prese con perduranti problemi nell’erogazione dell’acqua potabile. Il primo cittadino scrive una lettera aperta alle istituzioni, denunciando lavori decennali che non approdano mai a nulla e chiedendo alla politica di riappropriarsi del proprio ruolo per affrontare e risolvere questa problematica che affligge numerosi centri calabresi. «Non so cos’altro fare», ammette sconsolato Greco.

 


Ecco il testo integrale della sua missiva:

«Sono le ore 06:15 e, già a quest'ora, il serbatoio di Tiriolo è quasi vuoto, nonostante da alcune settimane sto razionando il prezioso liquido e, da alcuni mesi, di notte, sospendo l'erogazione per favorire un accumulo di acqua, che non si accumula mai. Non so cos'altro fare.
I lavori di manutenzione ordinaria sulla fatiscente condotta adduttrice (leggi “rappezzi”), che dalla Sila dovrebbe portare l'acqua ai paesi a valle, tra i quali Tiriolo, si susseguono incessantemente da almeno quindici anni, e sempre con maggiore frequenza, ma di lavori seri, quelli di efficientamento degli impianti e delle vecchie reti di adduzione, nemmeno l'ombra.
Persino la sostituzione di un breve tratto “colabrodo”, quello che attraversa un'area in frana tra Gimigliano e Tiriolo, e che provoca continui disagi alla comunità amministrata, per la quale i vertici Sorical due anni addietro si erano impegnati con i sindaci del comprensorio, è finita nel dimenticatoio.
E così dopo anni di interventi “tampone”, costati diverse decine, se non centinaia, di migliaia di euro, ci ritroviamo ancora con una condotta adduttrice, quella finanziata dalla Casmez, voluta dal governo De Gasperi per intenderci, non più in grado di portare l'acqua “nelle case della gente”.
In poche parole: di investimenti per nuove captazioni non se ne parla, di interventi strutturali sulle condotte adduttrici non v'è traccia, il livello dell'acqua, anche per cause naturali, diminuisce; l'unico livello che rimane ancora alto è quello dei compensi corrisposti dalla Sorical, che, nata per “garantire l'erogazione dell'acqua con elevati standard di qualità”, non è in grado di trasportare l'acqua dalle fonti alle reti di distribuzione dei Comuni.
E poco importa alla So.Ri.Cal che i comuni più piccoli, a differenza dei grandi comuni, liquidano con una certa regolarità le fatture alla Sorical medesima.
Quando la Politica si riappropria del proprio ruolo?».

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