«La ‘ndrangheta è ricchissima e questa enorme ricchezza ovviamente la rende una struttura criminale straordinariamente potente. Il narcotraffico è sicuramente in questo momento l’ambito in cui opera di più e che le consente di generare tutta una serie di sinergie criminali che rendono la Calabria baricentrica per le rotte internazionali del traffico di droga. Le logiche oggi sono globali e quindi non hanno più confini territoriali». Lo ha sottolineato più volte il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, illustrando nel salone degli Stemmi in prefettura i dettagli dell’odierna operazione Arangea Bis-Oikos, frutto della convergenza di due filoni di indagini.

Sulla scorta di attività sviluppate tra il 2021 e il 2024, ricostruite due diverse associazioni per delinquere specializzate nello spaccio, alla messa in vendita, alla cessione, distribuzione, commercio e trasporto di sostanza stupefacente nei territori di Reggio Calabria, Villa San Giovanni, san Roberto, Seminara, Gioia Tauro e Catania, e nell’importazione di cocaina, hashish e marijuana da Ecuador, Spagna, Germania, Olanda e Belgio. Centrale il porto di Gioia Tauro come hub strategico.

Un’operazione interforze, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria che ha coinvolto oltre 250 operatori della Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza che si sono avvalse delle più moderne tecnologie per decodificare messaggi criptati che hanno consentito di ricostruire accordi per la vendita e lo smercio, capillari, fluidi, spediti e organizzati, di quantitativi assai ingenti di droga tra cui cocaina pura al 90%, per un giro di affari che per ogni tonnellata di droga avrebbe fruttato 100 milioni di euro. Indagati 52 soggetti ed emesse 35 ordinanze di custodia cautelare di cui 33 in carcere e due ai domiciliari.

I capi di imputazione sono vari ma solo ad alcuni è contestata l’aggravante mafiosa e non il 416 bis. Ecco i reati: contestati: associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, riciclaggio ed estorsione, con l’aggravante, ma solo per alcuni indagati, di aver agito con metodo mafioso anche violento. Rinvenuti nelle disponibilità di alcuni indagati anche armi comuni e da guerra all’occorrenza utilizzati per ottenere i loro scopi.

«L’attenzione investigativa – ha spiegato il procuratore Lombardo – come dimostrato oggi è altissima. Non possiamo far altro che continuare, avvalendoci come in questa indagine di tutte le forze dell’ordine e cooperando a livello internazionale. Anche questa indagine conferma quando sia grave il fenomeno criminale della ‘ndrangheta e quanto sia straordinaria la capacità di incidere su quella che è la vita di ognuno di noi, ben oltre il territorio calabrese ma facendo capo dal territorio calabrese. Ecco perché è importante riconoscere le piazza di spaccio e parlare dell’asse San Roberto – Ecaudor e non solo e del contatto diretto con il riciclatore in Cina. Oggi possiamo parlare di un vero e proprio sistema criminale integrato in cui la ‘ndrangheta ha un ruolo assolutamente chiave. Colpita la ‘ndrangheta il sistema è compromesso. Non lo stesso può dirsi per tutte le articolazioni di scopo che essa governa e manovra.

La ‘ndrangheta consolida sempre più la sua posizione dominante al punto che possiamo parlare di Glocalizzazione dei suoi metodi in ambito appunto globale. Tutto ormai avviene con una tale fluidità che deve preoccuparci, confermando dinamiche criminali che, al netto di fibrillazioni fisiologiche, sono ormai collaudate e assodate. Deve preoccupare anche la presenza di Fentanyl a San Roberto e del coinvolgimento di minori nella gestione dei traffici, che certamente meritano la massima attenzione.Continua a leggere sul Reggino