Arresti a Reggio, travestiti da poliziotti e netturbini volevano assaltare il portavalori

NOMI-VIDEO | I dettagli dell'operazione che ha portato all'arresto di cinque persone accusate di tentata rapina. Volevano assaltare il furgone con l'incasso di centro commerciale

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di Redazione
16 dicembre 2019
11:33

Sono cinque per le persone arrestate a Reggio Calabria con l’accusa di rapina ai danni di un furgone portavalori con l’uso di armi, di divise della Polizia di Stato e di tute da operatori addetti alla raccolta di rifiuti.

Si tratta di Cladio Amato, 31 anni (attualmente sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per spaccio di stupefacenti e con precedenti per vari reati contro il patrimonio); Marco Venuti, 29 anni, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e per spaccio di sostanze stupefacenti; Pietro Cristian Scaramozzino, 24 anni con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio; Alessandro Oberto Mirandoli, 35 anni, con precedenti penali specifici; Domenico Condello, 29 ani, con precedenti penali specifici e di polizia relativi allo spaccio di stupefacenti.


 

A tutti sono stati contestati i delitti, in concorso tra loro, di tentata rapina aggravata, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo aggravato dal voler usare tali armi per commettere la rapina e riciclaggio aggravato di una autovettura rubata utilizzata per la tentata rapina.

La tentata rapina

I fatti risalgono al 9 settembre scorso e sono stati ricostruiti dagli investigatori della Squadra mobile, direttamente coordinati dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del sostituto procuratore Alessandro Moffa, che hanno accertato che, nella prima mattinata di quella stessa giornata, gli indagati erano a Viale Calabria, armati e travestiti da agenti di polizia e della ditta Avr, pronti a rapinare un furgone portavalori che, da lì a poco, avrebbe prelevato l’incasso dell’ultimo weekend del Centro Commerciale Le Ninfee e, contestualmente, avrebbe consegnato un’ingente somma di denaro (160mila euro) alla filiale di un istituto di Credito, la Bnl Paribas, annessa al medesimo centro commerciale.

 

Il tutto è partito da una puntuale quanto determinante segnalazione effettuata da agenti di Polizia in servizio di scorta ad un magistrato della locale Dda, i quali informavano la Questura della presenza - nei pressi del centro commerciale – di due persone che indossavano in modo non consono divise ordinarie della Polizia di Stato e che, alla vista degli agenti di scorta, non avevano avuto un comportamento anomalo. All’arrivo sul posto del personale dell’Ufficio Volanti, i due si davano subito alla fuga, facendo perdere le loro tracce.

Le indagini

Sin da subito sono state avviate le indagini mediante l’attento esame di tutte le immagini registrate dai numerosi sistemi di video sorveglianza presenti in zona. Sono state, inoltre, ascoltate numerose persone, tra le quali i responsabili del Centro commerciale e della sicurezza di Bnl Paribas, ed effettuate numerose perquisizioni domiciliari riuscendo, in poco tempo, sia a ricostruire la dinamica dei fatti, sia ad individuare ed identificare gli autori.

 

Gli esiti delle investigazioni hanno, infatti, accertato che, sin dalle prime ore di quella mattinata, due persone (Pietro Cristian Scaramozzino e Oberto Alessandro Mirandoli) indossanti divise ordinarie della Polizia di Stato e giubbotti antiproiettile portati sotto la giacca, giungevano a piedi nei pressi del centro commerciale, iniziando a percorrere più volte il perimetro esterno dello stesso. Negli stessi minuti, giungevano in zona - a bordo di un’autovettura risultata rubata e sulla quale era stata messa una targa anch’essa provento di furto - altre due persone, che, a loro volta, indossavano delle tute di colore arancione, dello stesso tipo di quelle utilizzate dagli operatori della nettezza urbana, addetti alla pulizia delle strade.

Questi ultimi (identificati in Claudio Amato e Marco Venuti) indossavano sotto le tute dei giubbotti antiproiettile e, soprattutto, erano armati di una pistola e di un fucile a pompa che veniva occultato all’interno di un piccolo bidone per la raccolta dei rifiuti che, dotato di rotelle, portavano con sé, unitamente ad una scopa e ad una paletta.

Dalla visione delle immagini è stato possibile ricostruire che i quattro soggetti che, tra l’altro, sono stati immortalati dalle telecamere mentre parlavano tra di loro, erano rimasti per circa un'ora e mezza (dalle 7,30 alle 9,00) nelle immediate vicinanze del centro commerciale, nel punto in cui sarebbe giunto, da lì a poco, il furgone portavalori.

L’intento criminoso degli indagati veniva  sventato solo grazie alla segnalazione degli agenti di scorta ed all’arrivo in zona degli agenti delle Volanti, alla cui vista tutti gli indagati, evidentemente non ritenendo più sussistenti le condizioni per agire in sicurezza, decidevano di dileguarsi.

Nelle fasi della fuga, poi, Amato e Venuti hanno potuto contare sull’apporto del Domenico Condello, il quale ha atteso i propri complici poco distante ed ha fornito loro la sua autovettura personale per consentire agli stessi di allontanarsi dal luogo.

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